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Napolitano, complotto per far cadere Berlusconi? Cosa svela Fini

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Gianfranco Fini parla di Giorgio Napolitano. La scorsa settimana, a 98 anni, è scomparso l’ex presidente della Repubblica e sono ritornate in auge le mosse attuate nel 2011 che portarono all’addio del governo Berlusconi e alla nascita di quello guidato da Monti. Ma Fini, intervistato dal Corriere della Sera, cerca di fare chiarezza su quel periodo, ricordando la figura di Napolitano così: “È stato un uomo molto rigoroso. Che diventava puntiglioso tutte le volte che si trattava di rispettare o di difendere l’equilibrio tra poteri dello Stato. Napolitano ha avuto un rispetto sacrale della Costituzione. A differenza di alcuni predecessori, che hanno inciso nella dialettica tra partiti e in certi casi l’hanno determinata, come Scalfaro o prima ancora Cossiga, mai, neanche una volta ho sentito fare al presidente Napolitano considerazioni o anche solo accenni al dibattito politico-partitico in corso allora. La teoria secondo cui l’allora capo dello Stato fosse il regista di un complotto per far cadere Berlusconi con la mia complicità non solo è infondata ma anche offensiva. Con falsi racconti degni della spazzatura che continuano a circolare”.

 

 

“Napolitano - prosegue ancora Fini - non si occupava delle vicende politiche in presenza, figurarsi se l’avrebbe fatto per telefono. Nè nel giorno del famoso ‘che fai, mi cacci?’, né nei giorni o nelle settimane o nei mesi successivi, il presidente Napolitano parlò con me delle dinamiche in corso nella maggioranza, del mio rapporto con Berlusconi, dell’oggettivo indebolimento dell’esecutivo”. Parole che riaccenderanno il fuoco delle polemiche su quanto accaduto anni fa.

 

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