Soldi alle Ong
Migranti, Meloni sfida Scholz con una lettera: “Fondi alle Ong? Stupita”
La lettera inizia con un "caro Olaf" e termina con "un cordiale saluto", ma i concetti espressi da Giorgia Meloni nella missiva inviata sabato scorso al cancelliere tedesco Scholz sono determinati a mettere nero su bianco dubbi, perplessità, e anche una certa irritazione, che si nutrono a palazzo Chigi per quanto Berlino sta facendo in tema di migranti e Ong. Il premier, dopo aver ricordato che l'esecutivo italiano in queste settimane è impegnato "in prima linea" nel fronteggiare una pressione migratoria "eccezionale", punta il dito contro l'azione della Germania. "Ho appreso con stupore che il tuo governo, in modo non coordinato con il governo italiano - evidenzia il presidente del Consiglio rivolgendosi al cancelliere - avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell'accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo". Entrambe le possibilità, rimarca Meloni, "suscitano interrogativi".
Uno viene rimarcato sotto forma di domanda retorica: "Innanzitutto, per quanto riguarda l'importante e oneroso capitolo dell'assistenza a terra è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco piuttosto che in Italia". Inoltre, prosegue il premier, "è ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l'Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare". Insomma, per palazzo Chigi, "gli sforzi, anche finanziari, delle Nazioni Ue interessate a fornire un sostegno concreto all'Italia dovrebbero piuttosto concentrarsi nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio, ad esempio lavorando ad un'iniziativa Ue con i Paesi di transito della sponda sud del Mediterraneo, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia". La missiva indirizzata a Berlino si chiude quindi con un invito a delineare lo stato dell'arte dell'operazione e un appuntamento già fissato in agenda. "Certa della tua comprensione e collaborazione - scrive Meloni a Scholz - mi auguro che gli esatti contorni di queste iniziative del tuo Governo potranno essere meglio chiariti, e sarò lieta di discutere di persona della questione alla prima occasione utile, a partire dal Vertice Cpe e dal Consiglio europeo di Granada il prossimo 5 e 6 ottobre".
E a mettere nel mirino la Germania c'è anche Matteo Salvini che considera "un atto ostile" il fatto che paesi stranieri finanzino associazioni private straniere "per portare immigrati clandestini in Italia. Conto che il governo tedesco smetta di finanziare chi partecipa a un flusso inaccettabile di immigrati irregolari nel nostro Paese". Agli attacchi e allo stupore provenienti da Roma, Berlino replica però ricordando che la decisione di fornire sostegno finanziario sia per il salvataggio civile in mare sia per altre attività di assistenza "è stata presa qualche tempo fa e i partner italiani erano già stati informati". "Ci è voluto del tempo prima che l'organizzazione fosse selezionata (per i finanziamenti). Ora è successo e quindi è stata una sorpresa per molti", le parole del portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, Sebastian Fischer, che vengono confermate a LaPresse da un portavoce del governo tedesco, che aggiunge: "Possiamo confermare la ricezione della lettera della presidente del Consiglio italiano, la lettera riceverà una risposta". Pronto a chiedere conto delle mosse tedesche è però anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, volato a Parigi per incontrare l'omologa Catherine Colonna: "Sarò giovedì a Berlino, chiederò alla mia collega ministra degli Esteri qual è la ragione del finanziamento di ong che devono portare migranti in Italia. Forse era più giusto finanziare ong che portano migranti in Germania visto che li finanzia la Germania. Cercherò di capire perché. Mi auguro di avere spiegazioni da parte del governo tedesco". Diverso il discorso con Parigi, anche perché ammette il vicepremier, sono state "molto apprezzate le parole del presidente Macron per quanto riguarda la collaborazione in materia di immigrazione. L'Italia è pronta a collaborare sulla grande questione migratoria, che non può essere certamente né un problema italiano né francese né di un singolo Stato, ma va affrontato a livello europeo".