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Riparte l'assalto a Renzi: la Procura ha chiesto di acquisire mail e chat

Christian Campigli
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Una disputa aspra, dai toni accesi, senza esclusione di colpi. Talvolta portati anche sotto la cintura. E che rischia di riaccendere la singolar tenzone tra magistratura e politica. La procura di Firenze ci ha riprovato. E, nel corso dell'udienza preliminare per l'inchiesta sulle presunte irregolarità dei finanziamenti alla Fondazione Open che si è tenuta ieri mattina, ha chiesto l'autorizzazione a sequestrare mail e chat aventi come interlocutori Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Il gup Sara Farini dovrà decidere se trasmettere la richiesta al Senato e alla Camera dei Deputati dopo aver sentito i difensori alla prossima udienza, fissata per il 6 ottobre. La richiesta è stata presentata dal procuratore aggiunto Luca Turco, al quale l'ex Presidente del Consiglio (presente, come al solito, in aula) ha stretto la mano una volta giunto al Palazzo di Giustizia. Un cambio di strategia radicale, quello operato dalla procura fiorentina, costretta a rivoluzionare la propria tattica e ad adeguarsi alla recente pronuncia della Corte costituzionale, che ha accolto il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal Senato. La decisione dello scorso 27 luglio ha dichiarato infatti illegittimi i sequestri della corrispondenza (anche messaggi via whatsapp) di Renzi perché i pm non avevano presentato l’autorizzazione a procedere all’Assemblea di Palazzo Madama.

 

 

«Per utilizzare un termine calcistico anche oggi 2-0 per noi – ha detto Renzi al termine dell'udienza -. Quattro anni fa inviai una lettera al procuratore Luca Turco per chiedere che venisse rispettato l'articolo 68 della Costituzione. Quattro anni dopo la Procura si è accorta che noi avevamo ragione. Ci ha messo 4 anni per arrivare alla medesima conclusione a cui sarebbe potuto arrivare dopo la mia lettera del novembre 2019. Lo Stato avrebbe potuto risparmiare tanti soldi. Chi segue questo processo si rende conto che è in corso una incredibile vittoria della legalità, ma la legalità la stanno portando avanti le difese e non i pm». Il leader di Italia Viva è un autentico fiume in piena.

 

 

«La procura punta alla prescrizione. Noi vogliamo il processo perché siamo innocenti e abbiamo sempre rispettato la legge. Deve essere chiaro che non urlo, non faccio polemiche ma faccio ricorsi e li vinco. In questo processo la procura di Firenze è stata smentita dalla Corte di Cassazione, dalla Corte Costituzionale, dal Parlamento. E adesso continueremo ad andare avanti lavorando nel procedimento del disciplinare davanti al Csm, nel procedimento a Genova e in questo processo a Firenze. E se ci sarà da discutere in Parlamento sarò ben felice di dare la disponibilità a utilizzare il materiale. Non chiederemo che sia negata l'autorizzazione ma torneremo in aula per ribadire che i pm violano la legalità e la difesa è costretta a chiedere di ripristinare il diritto in questo palazzo», ha tuonato Renzi.

 

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