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Migranti, appello di Meloni all'Onu: “Guerra globale ai trafficanti”

Dario Martini
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Giorgia Meloni esorta le Nazioni Unite a «dichiarare una guerra globale» e «senza sconti» ai trafficanti di esseri umani. Il presidente del Consiglio prende la parola nel tardo pomeriggio di New York, quando in Italia è già notte. Il tema dei migranti non era mai stato posto con così tanta forza di fronte all’assemblea generale dell’Onu. Il premier indica chiaramente quale sia la sua priorità in politica estera: «L’attenzione dell’Italia è rivolta particolarmente verso l’Africa, dove nazioni già provate da lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all’instabilità e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo». Caos che diventa terreno fertile per i trafficanti di essere umani che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa. Meloni invita tutti ad abbandonare l’«approccio ipocrita» che ha fatto arricchire la criminalità a dismisura. «Io combatto le mafia in tutte le sue forme - tuona il capo del governo italiano - è combatterò anche questa». «Le Nazioni Unite possono voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio?». Domanda retorica, ovvio che non possono continuare a farlo.

 

 

Meloni entra nel dettaglio, spiega alla platea del Palazzo di Vetro quanto sia pericoloso continuare a non avere un approccio globale al problema. «Non possiamo consentire che siano i trafficanti a stabilire chi abbia diritto di salvarsi». Perché chi decide di lasciare l’Africa con l’illusione di una vita migliore «non sa che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo». Il premier ricorda anche quale sia l’approccio italiano: il piano Mattei per l’Africa, il Processo di Roma avviato a luglio con la Conferenza su migrazioni e sviluppo, perché solo aiutando queste popolazioni nei loro Paesi si potranno sconfiggere gli «schiavisti del terzo millennio». In poche parole, «occorre invertire la rotta» e l’Italia intende contribuire in prima fila «a creare un modello di collaborazione con gli Stati africani». Nel discorso di Meloni all’assemblea generale dell’Onu non c’è spazio solo per migranti e Africa.

 

 

C’è molto altro. Il sostegno all’Ucraina di fronte all’invasione russa è altrettanto importante. «L’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia», sottolinea. Perché «di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo imperialista da cui pensavamo di esserci liberati nel secolo scorso, la Ragione può ancora avere la meglio. L’amore di Patria, il valore della Nazione, può ancora essere difeso oltre l’inimmaginabile». Africa, migranti e Ucraina, quindi. Ma c’è anche un altro punto che sta a cuore a Meloni. È la sfida dell’intelligenza artificiale: «Dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire». Il premier è consapevole quanto questa nuova tecnologia rappresenti un’«opportunità». Ma non possiamo nemmeno «nascondere i grandi rischi che porta con sé». Ecco allora che la definizione di «barriere etiche» all’intelligenza artificiale sarà tema centrale della presidenza italiana del G7 nel 2024. Infine, una presa di posizione molto forte e importante: l’Italia sostiene la necessità di riformare il Consiglio di sicurezza dell’Onu, affinché sia garantita una «distribuzione geografica dei seggi più equa che rafforzi anche la rappresentanza regionale».

 

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