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Dritto e Rovescio, "squarciato il velo di ipocrisia". L'affondo di Lollobrigida sui migranti

Il tema dei migranti è sul tavolo di Dritto e rovescio, il programma di Rete 4 condotto da Paolo De Debbio che nella puntata di giovedì 21 settembre ha intervistato il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Le solidarietà a parole di Parigi e Berlino, il ruolo dell'Europa, le parole della premier Giorgia Meloni all'Onu tra i temi toccati. "Francia e Germania, che sempre hanno richiamato l’Italia al senso di responsabilità, devono oggi essere altrettanto responsabili non a parole ma nei fatti: spero che questo avvenga, se non dovesse avvenire ne prenderemo atto e ragioneremo di conseguenza", ha detto il ministro.

 

  

"Credo che in questi mesi Giorgia Meloni abbia dimostrato che l’Italia ha cambiato impostazione pur in presenza di flussi in aumento" ma l’Europa "non è in grado di dare risposte e tanto meno l’Italia che è l’approdo dei flussi migratori"; il tentativo della premier è "rendere tutti corresponsabili di quanto stesse accadendo in Italia e in particolare a Lampedusa". La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - ha proseguito il ministro - ha mostrato attivismo e si è resa conto che la situazione non è più sostenibile per l’Italia e di conseguenza per l’Europa. Il governo con grande senso di responsabilità tenta di coinvolgere gli organismi sovranazionali "squarciando il velo dell’ipocrisia e dimostrando quanto alcune nazioni, che si sono dichiarate solidali sulle spalle dell’Italia avessero poi voglia di compartecipare alle criticità che noi assorbiamo".

 

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Sulle soluzioni da adottare per contrastare gli ingressi illegali, Lollobrigida spiega: "Dobbiamo guardare all’Africa per sviluppare lavorando con l’Africa". Il discorso del presidente del Consiglio all’Onu "è stato un’affermazione forte di quello che l’Italia intende fare anche attraverso una valorizzazione di un processo che da una parte deve fermare l’immigrazione illegale e dall’altra favorire lo sviluppo delle nazioni dalle quali provengono quelle persone che resterebbero volentieri a casa loro se avessero l’occasione di vedere crescere le proprie terre native attraverso un piano di sviluppo che abbiamo definito ’piano Mattei' richiamandoci a Enrico Mattei che il primo intuì che l’Africa non era un continente povero ma sfruttato verso il quale le nazioni occidentali si rivolgevano con logiche predatorie".