retroscena

Mario Draghi chiamato in Ue, Feltri rivela chi lo teme in Europa

Per Mario Draghi nuovo ruolo di responsabilità in Europa. Il presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, infatti, ha chiesto all'ex presidente della Bce "di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea". Da sinistra si sono subito affrettati a definire la scelta di Von der Leyen come una punizione per Meloni. La realtà, però, è ben diversa e viene analizzata da Vittorio Feltri sulle colonne de Il Giornale del 18 settembre.  

Feltri sottolinea che la scelta di Draghi coincide con una sorta di bocciatura proprio per Paolo Gentiloni. "A trovarsi in testa il cappellino con le orecchie d’asino sia proprio l’esponente del Pd, piazzato in quel posto dal governo peggiore del dopoguerra, quello cioè giallo-rosso - scrive Feltri su Il Giornale - Di lui da allora (2019) non si ricorda un gesto, un aggettivo, ma lo stato d’animo: inerte. Persino i compagni di partito a Roma lo chiamano er Moviola". Ma a Bruxelles trema anche il presidente della Bce, Christine Lagarde. "Non credo infatti si senta molto serena, sentendo il fiato sul collo del predecessore, la fallimentare presidente della Bce, la francese Christine Lagarde, che ha già alzato dieci volte il tasso di sconto". 

  

 

 

 

Per il direttore editoriale de Il Giornale, Mario Draghi si rivelerà il miglior alleato di Giorgia Meloni. "Il mio inutile consiglio è quello di non regalare Super Mario a comunisti e affini - conclude Feltri - Draghi oggi infatti è - come direbbero i marxisti di una volta - oggettivamente alleato della Meloni, in perfetta convergenza nelle scelte da cui dipendono le sorti del mondo, e pertanto dell’Italia. L’innesto dell’ex premier nel gotha finora ostile dell’Ue con la missione di supervisionare l’economia (il Pnrr italico l’ha scritto lui!), sarà una grande occasione per costruire, dopo quello che Giorgia ha già consolidato con Washington, un ponte tra Roma e Bruxelles che regga a qualsiasi terremoto."