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Pontida, Matteo Salvini cambia l'Europa: basta con tagli e sacrifici

Pietro De Leo
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Il senso si coglie all’inizio e alla fine del comizio che Matteo Salvini tiene a Pontida, raduno tradizionale della Lega. «Siamo destinati a vincere», scandisce in apertura. «Andiamo a vincere», è l’invito che nella conclusione del suo discorso rivolge, più volte, ai militanti, dirigenti, eletti, parlamentari accorsi tra il «pratone» e il palco. È un’ottica proiettata al grande appuntamento delle elezioni Europee, una corsa che durerà per tutto il tempo che manca. Lo si intuisce dalla grande ospitalità politica riservata a Marine Le Pen, quasi elevata al ruolo di co-protagonista dell’appuntamento. Ha avuto, la leader di Rassemblement National, uno spazio tutto per sé, immediatamente prima del segretario leghista, che poi più volte la ringrazia sul palco. Così come ribadisce la linea espressa in questi giorni nel confronto con le altre forze politiche. «È fondamentale mandare a casa la sinistra dal governo in Europa per difendere il nostro modello alimentare, culturale e sociale». E ancora: «Io non voglio guidare un movimento che si accontenta di prendere qualche voto in più. Non mi interessa solo governare bene, mi interessa che 60 milioni di italiani possano tornare a sognare in grande, a fare due, tre, cinque figli». E rispolvera, Salvini, gli schemi del sovranismo «classico», che ne prepararono il terreno per quella parabola che lo portò, nel 2019, a sfiorare il 35% alle europee. Lo prova, ad esempio, la citazione del finanziere George Soros: personaggi come lui, osserva, «che finanziano l'annientamento della civiltà occidentale vanno contrastati con ogni mezzo democratico possibile». Così come rispolvera il mantra internettiano dei «bacioni» in direzione dei propri avversari. Stavolta tocca a Richard Gere. La star americana, infatti, testimonierà al processo Open Arms a Palermo, in cui Salvini è imputato per aver ritardato lo sbarco, da ministro dell’Interno, di una nave con 147 migranti. «Siccome noi siamo quelli che le cose le fanno, all'udienza di ottobre a Palermo, guardando in faccia Richard Gere, porterò il sorriso di Pontida. Richard, bacioni.Se ti piacciono tanto, apri le tue ville e portateli a casa tua», dice Salvini riferendosi agli immigrati clandestini.

È molto nitido, poi, lo sguardo alle sfide in corso in campo comunitario. «Vivono su Marte coloro che, a Bruxelles, pensano di riportare sulle teste degli italiani e degli europei un patto di stabilità con sacrifici e tagli. Non è il momento di tagli e sacrifici ,per questo abbiamo il dovere di cambiarla questa Europa. Rivendico il diritto di proteggere l'ambiente, ma senza ideologia, non vorrei, fra qualche anno, un paese green infelice e disoccupato». Fino ad arrivare, ovviamente, al punto in agenda che preme in queste ore sull’Italia, ossia il flusso migratorio: «Faccio e farò tutto quello che è democraticamente permesso per bloccare un'invasione che rischia di essere disastrosa». Dunque, «ogni mezzo necessario dovrà essere studiato e utilizzato, ogni mezzo che democrazia e tecnologia mette a disposizione». Sul piano interno, Salvini ripercorre l’agenda che la Lega sta attuando al governo, a partire da uno dei punti più dibattuti all’interno della maggioranza, la tassa sugli extraprofitti bancari: «È una priorità, non torneremo indietro», perché è «troppo comodo sedersi al computer e vedere i miliardi che ti entrano in tasca». Un altro passaggio è dedicato poi alla scuola, di cui la Lega ha la responsabilità con il ministro Valditara, rilanciando il valore del merito e del rispetto per gli insegnanti. Sguardo anche all’intelligenza artificiale, annunciando che presto riunirà al ministero i principali studiosi internazionali sul tema nell’obiettivo di rendere l’Italia «un capofila europeo sull’innovazione». Salvini cita anche l’infrastruttura la cui realizzazione è tra gli obiettivi principali del suo mandato ministeriale, ovvero il Ponte sullo Stretto di Messina. «Non vorrei costruire il ponte a campata unica più lungo al mondo e dover andare a comprare l'acciaio in Cina o in Turchia. Vorrei usare l'acciaio italiano. Salute e ambiente, salute e lavoro possono e devono stare insieme». Torna, inoltre, untema a lungo qualificante, ovvero i rischi del multiculturalismo e della presenza islamica all’interno della nostra società. «Fino ache l'islam non deciderà di essere una culturatollerante, dovrà essere guardato con estrema attenzione». E aggiunge: «Tribunali islamici in Italia e in Europa non ne voglio». Questa Pontida molto elettorale, però, a smentita di quanto preventivato da alcuni osservatori, non prefigura scossoni nella compagine di governo. Con Giorgia Meloni, dice, abbiamo un «destino comune», dunque «non riusciranno a dividerci, abbiamo culture e senso di militanza diverso, ma il centrodestra unito vince». E sul governo, assicura: «La Lega è garante del fatto che durerà per tutti e 5 gli anni che gli italiani ci hanno chiesto durasse. Non un minuto di meno». Questo il senso del discorso Segretario a Pontida, nel corso del quale, con due filmati, sono stati ricordati Roberto Maroni e Silvio Berlusconi.

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