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Meloni e von der Leyen a Lampedusa. Disgelo con Francia e Germania

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sarà a Lampedusa domani mattina, assieme al premier Giorgia Meloni e accompagnata dalla commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson. La conferma è arrivata da Bruxelles, dove si è cercato di inserire nella fitta agenda della presidente il passaggio sull'isola siciliana. Il messaggio che arriva dall'Esecutivo Ue è quello di vicinanza e supporto all'Italia con una risposta rapida all'invito formulato ieri dalla presidente del Consiglio. Anche perché l'alternativa per la visita sarebbe stato alla fine della prossima settimana, di ritorno dalla cinque giorni a New per i lavori dell'Assemblea generale dell'Onu. L'ultima volta in Italia di von der Leyen è stata lo scorso maggio quando si è recata nei luoghi dell'Emilia-Romagna falcidiati dalle inondazioni.

 

 

Questa volta però la posta in gioco è molto più alta. La polveriera dei grandi flussi che stiamo vedendo nel Mediterraneo centrale - raddoppiati rispetto allo scorso anno - rischia di far saltare i rapporti di solidarietà tra gli Stati membri, di alimentare un sentimento anti-Ue pericoloso in vista delle Europee, di compromettere l'ok definitivo al Patto Migrazione e Asilo e di mettere in discussione l'accordo con la Tunisia, che voleva essere un modello da replicare per altri paesi. Domani la leader Ue dovrà spiegare a che punto è l'attuazione del memorandum e perché ancora non si vede un risultato. Nei giorni scorsi i portavoce della Commissione europea hanno ripetuto che si tratta di un accordo siglato solo a luglio e che servirà del tempo anche perché vanno seguite le procedure burocratiche di Bruxelles. Ma in molti stanno mettendo in discussione la bontà di fare un accordo con un autocrate poco affidabile e che non rispetta i diritti umani come il presidente tunisino Saied.

 

 

L'Ue assicura che i 100 milioni per la stabilità macroeconomica arriveranno a Tunisi per la fine dell'anno, in linea con le normali procedure di bilancio, mentre per quanto riguarda il pacchetto da 105 milioni sulla gestione delle frontiere e di lotta al traffico di esseri umani e ai rimpatri, "i progetti sono attualmente in fase di definizione in stretta collaborazione con le autorità tunisine", seguendo le norme e in base ai programmi in corso. Il premier Meloni si aspetta una risposta anche sulla sua proposta di "una missione europea, anche navale, se è necessario, in accordo con le autorità del Nord Africa, per fermare la partenza dei barconi". Una missione che comunque andrebbe decisa dagli Stati membri nel Consiglio. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani è tornato a chiedere di replicare l'operazione Sophia che ha pattugliato il Mediterraneo dal 2015 al 2020. Ma anche di chiedere all'Onu una presenza più capillare in Africa, perché "ormai la polveriera Africa è esplosa, c'è bisogno di una cooperazione internazionale", spiega, e "i Paesi dell'Europa da soli non possono farcela". Il governo chiede anche di inserire nell'agenda del prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre un punto sulla migrazione.

 

 

Una richiesta che verrà vagliata dagli ambasciatori Ue, premesso che il vertice dei leader aveva già deciso che sarebbe tornato sul tema su base regolare con dei report da parte della Commissione sulle azioni svolte. Segnali di riavvicinamento con Francia e Germania, dopo le contromisure prese nei giorni scorsi sui ricollocamenti e i movimenti secondari, si sono concretizzati nella telefonata tra il ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin, con gli omologhi di Italia e Germania, Matteo Piantedosi e Nancy Faeser, a proposito dell'afflusso di migranti a Lampedusa, a cui hanno partecipato anche la presidenza spagnola del Consiglio europeo e la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson. Dallo scambio è emersa la volontà comune di affrontare in modo concreto e con un taglio operativo la trattazione della questione migratoria in vista del prossimo Consiglio Giustizia e Affari Interni Ue del 28 settembre. "Occorre imprimere massimo impulso politico per portare avanti una nuova strategia operativa contro il traffico di esseri umani che punti finalmente a mettere in campo concrete iniziative finalizzate a bloccare all’origine le partenze”, ha dichiarato il titolare del Viminale.

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