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Renzi a gamba tesa su Schmidt e i "sovranisti": grandi manovre a Firenze

Christian Campigli
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Un intervento a gamba tesa. Perentorio, senza mezze misure. Che può essere letto in una duplice chiave. Matteo Renzi interviene sulla ormai certa (anche se non ancora ufficiale) scelta di Eike Schmidt come candidato sindaco dei moderati a Firenze. "La destra sta dando spettacolo. Prima propone il mitico centravanti argentino Batistuta. Quando il grande Batigol rifiuta, la destra sonda il direttore degli Uffizi, il tedesco Schmidt. In ventiquattro ore sono passati dal calciatore allo storico dell'arte: non hanno classe dirigente e soprattutto non hanno chiara quale idea di città proporre - scrive l'ex Presidente del Consiglio nella sua news - Però guardiamo il positivo: per Firenze pensano a un argentino o un tedesco. Ah, non ci sono più i sovranisti di una volta".

 

Le parole del nativo di Rignano, al di là della logica contrapposizione politica, denotano anche un certo fastidio nella decisione del centrodestra. Non va infatti dimenticato che fu proprio durante il suo governo che Schmidt venne scelto per guidare gli Uffizi. Il cinquantacinquenne tedesco ha avuto ieri conferma che la sua domanda per ottenere la cittadinanza italiana è stata accettata. E che a metà ottobre avverrà il conferimento ufficiale. È caduto, quindi, anche l'ultimo piccolo paletto. In settimana vi sarà poi l'incontro con Giovanni Donzelli. Ma il dado, al di là della prudenza di facciata, è ormai tratto. Renzi sa perfettamente che, al (certo) ballottaggio tra moderati e progressisti, il suo elettorato (che nel capoluogo toscano oscilla tra il dodici e il quindici per cento) voterà, convintamente, per il direttore degli Uffizi. E non per uno dei possibili candidati del Partito Democratico.

 

Che la scelta finale (sulla quale Elly Schlein vuole dire la sua, nell'estremo tentativo di non perdere l'ultimo fortino rosso) cada su Monia Monni, Sara Funaro, Cecilia Del Re o su Andrea Giorgio poco cambia. Quattro nomi che vengono considerati troppo "leggeri" per poter contendere la vittoria al teutonico storico dell'arte. I dem stanno valutando idee alternative. Vi sarebbe la tentazione di chiedere a Lucia Aleotti, presidente di Menarini, di scendere in campo. Secondo le informazioni racconte dal nostro quotidiano, l'imprenditrice non avrebbe però alcuna intenzione di dedicarsi alla politica. "L'unico in grado di reggere un confronto con Schmidt è Eugenio Giani" ci racconta un dirigente del Pd. Il governatore toscano avrebbe già dato la sua disponibilità. Non è un mistero infatti che, diventare sindaco di Firenze, sia da sempre il suo grande sogno. 

 

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