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Governo, Meloni avvisa i migranti: "Sarete trattenuti e rimpatriati"

Gianni Di Capua
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La pressione migratoria che l’Italia sta subendo dall’inizio dell’anno è «insostenibile» e così Giorgia Meloni, in un video sui social, annuncia grandi novità di cui il governo discuterà lunedì durante il Consiglio dei ministri. Per prima cosa verrà alzato a 18 mesi il termine di trattenimento nei centri di permanenza di chi entra illegalmente nel Paese, mentre per i richiedenti asilo rimarrà a 12, e saranno costruite delle strutture in località isolate, facilmente perimetrabili e sorvegliabili. «Voglio lanciare un messaggio chiaro a chi vuole entrare illegalmente in Italia - ha detto il premier - non conviene affidarsi ai trafficanti di esseri umani perché vi chiedono molti soldi vi mettono su barche che spesso non sono attrezzate per fare quei viaggi e in ogni caso se entrate illegalmente in Italia sarete trattenuti e rimpatriati. La nostra situazione non consente di fare nulla di diverso». L’Italia «non può più aspettare» ma allo stesso tempo non può farcela da sola. Per questo Meloni ha rivolto un invito alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen «per chiederle di venire con me a Lampedusa per rendersi personalmente conto della gravità della situazione». Invito che, almeno da quanto si apprende da alcune fonti Ue, sarebbe stato accettato dalla presidente della Commissione.

 

 

Poi Meloni ha fatto sapere di aver scritto anche a «Charles Michel chiedendogli di inserire all’ordine del giorno del Consiglio europeo di ottobre la questione migratoria». In quella sede l’Italia proporrà di avviare immediatamente «una missione europea per bloccare le partenze dei barconi in accordo con le autorità del Nordafrica». Poi lancia un messaggio a quella parte d’Europa che si sta muovendo in una «direzione opposta». «Penso al quotidiano tentativo di alcune forze politiche e influenti realtà di sostenere che la Tunisia sarebbe un regime oppressivo con il quale non si possono fare accordi. Di dichiarare persino che la Tunisia non sarebbe un porto sicuro e quindi dove non è possibile rimpatriare gli immigrati irregolari o impedire la partenza dei migranti da quelle coste». E infatti l’invito a von der Leyen va anche nella direzione di sbloccare i 250 milioni di euro promessi dall’Unione europea alla Tunisia ma che ancora «non sono stati trasferiti». La situazione è «difficilissima» ma il premier è «ancora convinta che la strategia di governo italiano sia quella più seria per risolvere il problema in modo strutturale, però richiede tempo soprattutto se quel lavoro viene intralciato da interessi ideologici».

 

 

Insomma bisogna andare avanti su questa strada e riuscire a coinvolgere l’Unione europea nel tentativo di risolvere un problema che non può essere solo italiano. Anche perché la previsione, vedendo la situazione attuale in Africa, è che «diverse decine di milioni di persone potrebbero voler lasciare la propria nazione in cerca di un futuro migliore in Europa e in Italia». Ma è evidente che «l’Italia e l’Europa non possono accogliere questa massa enorme di persone, particolarmente quando il flusso della migrazione viene gestito da trafficanti senza scrupolo e si muove su rotte illegali».

 

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