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Sondaggi, il governo piace agli italiani: crescono Lega e Fdi, Pd in calo

Pietro De Leo

 C’è un quadro interessante che deriva dalla Supermedia di Youtrend. Si tratta di un’elaborazione del consenso che deriva dalla media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. Quella diffusa ieri, è stata realizzata sui sondaggi tra il 31 agosto e l’11 settembre. Ebbene, dal calcolo emerge una crescita di Fratelli d’Italia, un calo del Pd e un segno + del Movimento 5 Stelle. Il partito di Giorgia Meloni, infatti, guadagna uno 0,7%, piazzandosi sul 29,2%. Continua anche la crescita della Lega che arriva al 9,1 per cento, segnando un aumento dello 0,3 per cento. Al Nazareno segnano -0,3, collocandosi sul 19,6%. Mentre il Movimento 5 Stelle cresce di 0,3 arrivando al 16,4.

 

  

Nel complesso delle coalizioni, il centrodestra è sempre comodo sul blocco del centrosinistra (nella formazione attuale, dunque escluso il Movimento 5 Stelle), 46,1 contro il 25,5. Includendo, nell’area progressista, anche il Movimento 5 Stelle si arriverebbe al 41,9, dunque in ogni caso abbastanza sotto la coalizione di governo. Per quanto com’è noto, per alleanze che al momento non esistono la somma è poco più che un esercizio di ipotesi, visto che il consenso non conosce mai spostamenti automatici, potrebbe crescere come calare. In ogni caso, se ripercorriamo lo storico delle ultime due settimane possiamo capire meglio gli andamenti del consenso. Il governo sta attraversando una fase d’agenda piuttosto complicata, che si riverbera anche nel dibattito interno alla coalizione. Comincia a mettersi in moto il cantiere della manovra, con il problema del reperimento delle risorse e la scelta degli obiettivi su cui puntare.

 

Altri argomenti del dibattito sono la tassa sugli extraprofitti bancari, l’immigrazione e il deficit di sicurezza nelle periferie con il Dl Caivano. Una serie di argomenti che, a quanto pare, non hanno invertito il trend di consenso per il partito del Presidente del Consiglio. Interessante, poi, quel che accade nell’opposizione. Evidentemente, il percorso del Pd di porsi come “playmaker” di una proposta unitaria del centrosinistra (dopo il salario minimo, l’obiettivo è di ripetere lo schema sulla sanità) non ha ancora suscitato effetti in termini di consenso. Al contrario del Movimento 5 Stelle, che in queste settimane ha rafforzato il ruolo di contraltare del governo sul reddito di cittadinanza e superbonus.