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Elly Schlein, chat del Pd impazzite: terrore di perdere il fortino rosso

Christian Campigli
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Il dado è tratto. Perché se è vero che ancora non vi è l'ufficialità su Eike Schmidt come candidato sindaco del centrodestra a Firenze, è altrettanto indiscutibile come il nome del direttore degli Uffizi abbia risvegliato sulle rive dell'Arno un inaspettato entusiasmo da parte dei (molti) delusi dall'amministrazione Nardella. Nelle chat private, eletti e dirigenti del Pd non fanno nulla per negare quello che, senza mezzi termini, può essere definito autentico terrore. Perché Schmidt è dichiaratamente antifascista e non ha alcun problema a rivendicarlo pubblicamente. Nel 2017 partecipò anche ad una iniziativa dell'Anpi. Un dettaglio che impone ai dem di (ri)costruire, da zero, la campagna elettorale in vista di maggio 2024. C'è persino chi si avventura a scrivere "dobbiamo puntare sul fatto che è tedesco, ai Fiorentini non piacerà”. Altri si soffermano sulla (presunta) incandidabilità. “Non riuscirà mai ad ottenere la cittadinanza in tempo”. O, infine, chi fa girare un meme nel quale Schmidt fa il verso, seduto alla scrivania, al primo Berlusconi. “Firenze è la città che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti”.

 

Ragionamenti piccoli, ignobili, dettati dall'intima convinzione che, a questo giro, l'ultimo fortino rosso potrebbe davvero cadere. Secondo le informazioni raccolte dal nostro giornale, l'idea di candidare Schmidt sarebbe venuta al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. In settimana, il cinquantacinquenne nativo di Friburgo, dovrebbe incontrare Giovanni Donzelli. L'esponente toscano di Fdi non smentisce né conferma. Troppa l'esperienza in politica per non sapere che, qualora portasse in dote a Giorgia Meloni la conquista di Firenze, la sua carriera all'interno del partito e, perché no, un domani anche nel governo, avrebbe una piacevole accelerata. E, soprattutto, regalerebbe un sogno a quella generazione di quarantenni che, da sempre, agognano di vedere il capoluogo toscano amministrato dai moderati.

 

Il direttore degli Uffizi non piace però solo a Fratelli d'Italia. Convince anche Lega e Forza Italia. Gli esponenti di centrodestra sono consapevoli che il nome sia quello giusto, ma che, in ogni caso, servirà una campagna elettorale perfetta per il trionfo. E che sarà fondamentale convincere alcuni settori industriali e produttivi che votare per i conservatori non equivale ad un salto nel vuoto. Ma ad una vera opportunità per cambiare, in meglio, Firenze.

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