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Sicurezza nelle città, ora spunta un Bandecchi rosso

Cicisbeo
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Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e segretario di Alternativa Popolare, ormai è assurto al rango di personaggio nazionale soprattutto per le sue intemerate sopra le righe, e radio e televisioni se lo contendono perché con lui lo spettacolo è assicurato. Anche ogni consiglio comunale, dopo la rissa sfiorata qualche settimana fa a Palazzo Spada, è ormai cinto d’assedio da giornalisti, telecamere e microfoni in attesa di qualche bandeccata. Ma chi pensa che questo sindaco sia solo una macchia di colore comparsa nel vestito buono della politica probabilmente ha preso un abbaglio. Iternani, infatti, lo hanno votato proprio perché lui è sempre stato così, da presidente della Ternana che litigava con i tifosi a inventore dell’Università Niccolo Cusano, a Babbo Natale benefattore ai tempi del Covid.

 

 

E da primo cittadino, mi dicono, oltre al kickboxing mediatico è molto attento a non far cadere nell’oblio le segnalazioni dei cittadini, dalla riparazione del ponte Carrara all’implementazione degli scuolabus fino alla potatura delle erbacce. Piccoli calci di rigore da cui non si giudica né un calciatore né un sindaco, ma che lui si perita comunque di non sbagliare. L’ultima sortita che ha fatto rumore è stata l’idea – peraltro realizzata in tempo reale – di rafforzare il servizio di sicurezza a Terni con pattuglie di guardie giurate pagate dalla sua Università, vigilantes che affiancano le forze dell’ordine nel presidiare la città nelle ore notturne, e ogni pattuglia ha un’area specifica da monitorare, contribuendo così a garantire una maggiore sicurezza.

 

 

Con i vigili urbani sotto organico, Bandecchi insomma ha pensato bene di provvedere da solo, e a chi lo ha accusato di essere il sindaco delle ronde e del Far West ha risposto senza battere ciglio: «Li ho forse inventati io gli istituti di vigilanza in Italia?
Esistono da 100 anni, sono autorizzati dalle questure e dai prefetti. Io ho dato un incarico a un istituto di vigilanza di controllare i beni del Comune che puntualmente vengono distrutti. Se un ladro sta spaccando una nostra fontana, lo possono fermare. Devono controllare i nostri parchi ma, se vedono una ragazza che viene violentata, devono intervenire come dovrebbe fare ognuno di noi». «La sicurezza è un tema di sinistra, altroché» esordisce il sindaco dem Alessio Falorni, che prosegue: «Anzi, si può trattare meglio a sinistra che a destra, perché possiamo fare progetti che vadano a ridurre la marginalità. È il tema delle famiglie più umili, perché a loro bisogna dare serenità».

 

 

La sinistra locale è basita, il Pd sui territori sa bene che la sicurezza è un tema che fa la differenza elettorale, ma gli ordini del Nazareno vanno in tutt’altra direzione, visto che Schlein sta facendo addirittura una campagna ideologica contro la militarizzazione di Caivano. A sorpresa, però, è spuntato anche un Bandecchi rosso, anche se l’accostamento viene respinto quasi con sdegno. A Castelfiorentino, tradizionale roccaforte prima del Pci e ora del Pd il sindaco Alessio Falorni, che alle ultime amministrative sfiorò il 70 per cento dei consensi, ha deciso di mettere mano alle casse comunali per far pattugliare il territorio da una compagnia di vigilanza privata, ritenendo che la sicurezza sia un bisogno popolare e non di destra. Quindi a Castelfiorentino la favola propagandata dal Pd della «percezione di insicurezza» che contrasterebbe con la realtà è stata smascherata proprio da un sindaco dem, probabilmente perché lì le amministrative sono imminenti – a differenza di Terni, dove si è appena votato – e con l’avvicinarsi delle urne magari è necessario dare un segnale securitario in chiave elettorale... 

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