Firenze
Firenze, Schmidt piace a tutti. Il centrodestra ha il candidato sindaco?
Una fumata, che, minuto dopo minuto, diventa sempre più bianca. Quasi trasparente. Il nome di Eike Schmidt piace. E non poco. Il centrodestra per ora nicchia, fa spallucce, ma in realtà l'ipotesi di candidare l'attuale direttore degli Uffizi a sindaco di Firenze stuzzica e non poco i moderati. I motivi sono tanto semplici, quanto evidenti. Il tedesco è uomo dall'enorme cultura. Ma al tempo stesso, con quell'accento teutonico, risulta essere persino simpatico. Quasi pop. Nonostante un fisico imponente, che incute rispetto.
Ma soprattutto è un candidato civico, una figura ben lontana da tessere di partite e beghe di correnti. Ovvero da tutto ciò che, e non da oggi, annoia terribilmente la stragrande maggioranza degli elettori italiani. Schmidt inoltre, aspetto tutt'altro che secondario, non avrà alcuna difficoltà nel dichiararsi convintamente antifascista. Con una frase sul Ventennio il (possibile) candidato del centrodestra smonterà, in un attimo, il novanta per cento della (noiosa e ripetitiva) campagna elettorale della sinistra. Che, nell'ultimo fortino rosso, da sempre punta sulla mancanza di chiarezza sul tema. Alcune ambiguità (come ad esempio la mancata presenza del candidato del 2019, Ubaldo Bocci, alle celebrazioni del 25 aprile in Piazza della Signoria) non devono assolutamente ripetersi.
Pena certa l'ennesima sconfitta. Schmidt è poi stato, in questi cinque anni, un'autentica spina nel fianco della giunta Nardella. Con le sue osservazioni, i suoi suggerimenti e le sue pungenti critiche. Inoltre, è conosciuto da tutti, sulle rive dell'Arno. Il direttore degli Uffizi già da alcuni mesi ha avviato le pratiche per chiedere la cittadinanza italiana (è sposato con Roberta Bartoli, professoressa universitaria e grande esperta d'arte). Una figura conosciuta nel mondo, che regalerebbe a Firenze (e alla campagna elettorale di maggio 2024) una visibilità incredibile. Non va poi dimenticato, che il cinquantacinquenne piace molto anche ai dirigenti nazionali. Giorgia Meloni in primis. Sarà quindi tedesco il grimaldello per abbattere l'ultimo fortino rosso?