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Italia Viva perde i pezzi: fuga di un big dal partito di Renzi

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Addio a Italia viva per Elena Bonetti, già ministra nel governo Conte II e Draghi. L’annuncio della deputata arriva in un’intervista al Corriere della Sera: “Lascio Matteo Renzi e la sua idea di centro. Il futuro? Un ticket con Carlo Calenda”, è la sintesi del nuovo percorso della deputata. Bonetti spiega così i motivi dell’addio al progetto dell’ex premier: “Il cammino del Terzo polo si è interrotto, ma io voglio pensare al rilancio che non significa delimitare uno spazio in cui raccogliere adesioni per le elezioni, cioè il Centro di Renzi, ma attivare un processo per far incontrare idee e tradizioni diverse, la mia è quella popolare e riformista, e trovare la sintesi che serve per le sfide che il Paese ha davanti”. 

 

 

Bonetti lascia Iv per Azione? Non propriamente ed è lei stessa a spiegare i piani per il futuro: “Non entro in Azione, ma in ticket con Carlo Calenda, con il quale già lavoravo alla federazione tra Italia viva e Azione, collaboro per la nascita di un nuovo soggetto aggregativo più ampio. Un processo costitutivo nuovo - evidenzia Bonetti - che si allargherà agli amministratori locali, spesso sottostimata ricchezza per la politica del Paese, associazioni, terzo settore e a tutto quel mondo prepolitico, in cui ci si forma all’esperienza politica. Con Calenda ho già collaborato efficacemente. Ritrovo anche Mariastella Gelmini e Mara Carfagna con le quali, nel governo Draghi, ho sperimentato un metodo che va ripreso. Sarà un lavoro di squadra. Profili, storie, personalità che si incontrano per formare una leadership condivisa al servizio di un progetto più ampio. Il vero pluralismo supera il leaderismo”. 

 

 

Il percorso con Italia Viva, dunque, si interrompe ma nessuna sconfessione del percorso precedente a questa decisione: “È la mia storia - precisa l’ex ministra - e la rivendico con tutte le sue ragioni. Ma voglio portarle avanti per una strada diversa da quella che ha scelto Renzi. Io penso al centro non come a uno spazio da occupare ma come a un processo di partecipazione da liberare per essere forza che superi il bipolarismo. È l’obiettivo con cui ci siamo presentati alle elezioni del 25 settembre. Le ragioni della mia decisione non sono in cosa lascio ma in cosa voglio iniziare, un processo fedele a quel progetto in cui comporre posizioni politiche diverse, lavorare alla sintesi con metodo. Così, non con la tattica - la stoccata al suo vecchio leader - si affrontano in modo condiviso le sfide che il Paese ha davanti”.

 

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