G20, Meloni in missione in India. E ora è il momento della verità sulla Via della Seta
I lavori del summit da un lato, i bilaterali con i leader dall'altro. L'agenda di Giorgia Meloni a Nuova Delhi, dove si trova per il G20 assieme al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, prende forma. Il premier alla vigilia dell'inizio delle sessioni ha incontrato il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak (focus su Ucraina, migranti e intelligenza artificiale), mentre sabato 9 settembre a margine dei lavori vedrà il padrone di casa Narendra Modi, il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e, soprattutto, il premier cinese Li Qiang. A quanto si apprende da fonti diplomatiche italiane a chiedere il faccia a faccia è stato lo stesso Li Qiang. Con quest'ultimo la presidente del Consiglio parlerà ovviamente del Memorandum d'Intesa sulla Via della Seta, tra i dossier più delicati di politica estera con cui è alle prese il governo. Sull'intesa siglata nel marzo del 2019 dal governo Conte, che sancisce la collaborazione tra i due paesi nel contesto della 'Belt and Road Initiative', si avvicina il tempo delle scelte. Secondo quanto contenuto nel documento, infatti, il Memorandum sarà automaticamente prorogato al quinto anno dalla firma, salvo che una parte vi ponga termine dandone un preavviso scritto di almeno tre mesi all'altra parte. Pertanto, entro dicembre Meloni dovrà assumere una linea ufficiale riguardo l'eventuale ritiro dall'accordo. "La posizione italiana è abbastanza chiara", sottolineano le fonti diplomatiche facendo riferimento alla volontà di Roma di uscire dall'accordo, aggiungendo che "c'è vita oltre la via della Seta".
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Il nodo da sciogliere resta quello legato al 'come' formalizzare lo stop, anche perché l'Italia è l'unico membro del G7 ad aver aderito al programma. L'obiettivo quindi è quello di gettare le basi per un'uscita morbida dal progetto geoeconomico di Xi Jinping, evitando una rottura con la seconda economia mondiale. Un percorso a tappe, come dimostra la recente visita a Pechino del ministro degli Esteri Antonio Tajani, cui farà seguito quella a metà mese della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, con una delegazione di imprese italiane. Nel bilaterale in programma col sudcoreano Yoon, invece, si parlerà in primis di microelettronica, nello specifico di batterie e chip da fabbricare in Europa. "Abbiamo un'autostrada da costruire, un potenziale enorme perché l'interscambio tra i due paesi è molto basso", evidenziano le fonti diplomatiche, anticipando che tra gli accordi che verranno firmati a Nuova Delhi ci sarà anche quello tra Ue, Stati Uniti, alcuni paesi del Golfo e l'India per sviluppare le infrastrutture ferroviarie dall'Europa verso l'Asia e viceversa. "Un accordo in cui l'Italia è pronta a recitare un ruolo importante" perché, viene spiegato, non si può "rimanere chiusi nella fortezza Europa". Si punta quindi a "cercare mercati altrove e si parla con tutti, paesi buoni, cattivi, più e meno autocrati. Questo è un foro di dialogo, a questo serve".
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Foro che tuttavia fatica a produrre una dichiarazione conclusiva che metta d'accordo tutti gli attori seduti al tavolo del G20. "E' fatto quasi tutto e restano ormai divergenze solo sulla guerra in Ucraina", ammettono le fonti diplomatiche aggiungendo che non è chiaro se ci sarà un riferimento esplicito anche alla necessità di prorogare l'accordo sul grano. I negoziati andranno avanti perciò per tutta la notte. La maggior parte dei Paesi, viene spiegato, sono per menzionare nella dichiarazione finale l'aggressione russa all'Ucraina. Un punto questo su cui c'è ovviamente l'irrigidimento da parte della Russia, spalleggiata molto dalla Cina. L'India, viene sottolineato, farà di tutto per arrivare a una dichiarazione condivisa - come avvenne a Bali - anche perché vuole che il suo G20 sia un successo, e un risultato diverso sarebbe un passo indietro rispetto alle conclusioni del summit indonesiano. Assieme a Meloni a Nuova Delhi c'è anche Giorgetti che potrebbe vedere il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni (con cui discutere di Patto di stabilità e Pnrr), accusato negli ultimi giorni dal governo italiano di giocare contro gli interessi nazionali. Non in agenda invece un faccia a faccia con Meloni, che prima di partire per l'India aveva dichiarato: "Da quando ogni nazione ha il suo commissario, accade che questi tengano un occhio di riguardo verso la nazione che rappresentano. Penso sia normale e giusto. E sarei contenta se accadesse di più anche per l’Italia".
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