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Femminicidi, tre giorni per ascoltare le vittime. Rafforzato il codice rosso

Pierpaolo La Rosa
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È un messaggio importante, quello arrivato ieri dall’Aula della Camera sulla violenza sulle donne. Con 200 sì, nessun voto contrario e 61 astenuti (Partito democratico ed Alleanza verdi e sinistra), l’Assemblea di Montecitorio ha approvato in via definitiva la proposta di legge, già licenziata dal Senato, per l’avocazione delle indagini del procuratore della Repubblica nei casi di violazione delle norme in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere. Si tratta di correzioni apportate alle misure contenute nel cosiddetto Codice rosso del 2019, che aveva introdotto l’obbligo per il pubblico ministero di assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato.
Con le nuove norme si prevede che qualora il magistrato designato per le indagini non abbia rispettato tale termine, il procuratore della Repubblica possa revocargli l’assegnazione ed assumere, senza ritardo, le informazioni dalla persona offesa o da chi ha presentato denuncia direttamente o mediante assegnazione ad un altro magistrato dell'ufficio. A spiegare la portata di tale intervento è stata Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, presidente della commissione Giustizia di palazzo Madama, nonché prima firmataria del provvedimento. «Velocità è quello che chiede allo Stato una donna che denuncia una violenza ed il rafforzamento del Codice rosso rappresenta in questo senso un importantissimo passo avanti», ha osservato la parlamentare, che ha aggiunto: «Adesso, se la vittima di violenza non viene ascoltata entro i tre giorni previsti dal Codice rosso, il procuratore potrà revocare l'assegnazione del fascicolo, assegnandolo a chi è invece in grado di intervenire subito. Una risposta tardiva ad una richiesta d'aiuto può avere conseguenze tragiche: il rafforzamento del Codice rosso permetterà di agire tempestivamente e spero che incoraggerà le donne a rivolgersi con fiducia allo Stato». Per la deputata di Fratelli d’Italia, Daniela Dondi, «nei reati riconducibili all’ambito della violenza domestica o di genere, una risposta tempestiva della giustizia alla richiesta d’aiuto che viene da parte della vittima è fondamentale per evitare una escalation di violenza che potrebbe portare a conseguenze irrimediabili. Per questo, Fratelli d'Italia - che ha profondamente condiviso i principi del Codice rosso - vota convintamente una norma che serve a rendere più spedito ed efficace l’iter dei procedimenti penali riguardanti quest’ambito. Il quadro sulla violenza di genere ci impone la massima attenzione e richiede la necessità di costruire politiche efficaci di prevenzione, protezione e certezza della pena. Ne siamo consapevoli».

Da registrare l’emozionante intervento, nell’emiciclo di Montecitorio, della deputata del Movimento 5 stelle, Daniela Morfino. «Questo problema l’ho vissuto in prima persona, conosco bene il dramma che vivono queste donne», ha detto tra le lacrime l’esponente del M5s, che ha dovuto interrompere più volte il proprio discorso per la commozione. «È devastante subire abusi fisici e psicologici da qualcuno che ami e pensi che quel sentimento sia ricambiato, da un uomo che pensi di amare, che pensi ti ami sinceramente e poi scopri che invece è un mostro che non dorme sotto al letto. Il mostro dorme accanto a te», ha proseguito Morfino, che dichiarando il voto favorevole del proprio gruppo ha rilevato che la proposta di legge della maggioranza «non toglie nulla al Codice rosso, ma aggiunge ben poco». Sulle frasi relative alla vicenda personale della parlamentare è intervenuto con un post di sostegno il presidente pentastellato, Giuseppe Conte, che su Facebook ha postato una foto che lo ritrae insieme a Morfino. A favore del testo ha votato Azione-Italia viva, sia pure con dei rilievi. «Un provvedimento che va nella giusta direzione, che si pone un obiettivo condivisibile. Ma per quanto importante, si tratta comunque di un ritocco non all’altezza della situazione. Non può essere questa l’unica risposta alla drammatica escalation di aggressioni, violenze, persecuzioni e femminicidi alla quale stiamo assistendo», le parole pronunciate nell’Aula della Camera, in sede di dichiarazione di voto, da Mara Carfagna, deputata di Azione-Iv ed ex responsabile del dicastero per le Pari opportunità. Critico il Pd, che si è astenuto. «Dinnanzi a un’estate feroce di violenza contro le donne, una stagione purtroppo però non anomala rispetto a un fenomeno endemico e sommerso che permea la nostra società, questa proposta di legge non aggiunge nulla alla normativa già vigente, introdotta dal ministro Orlando nel 2017, e non fa fare purtroppo alcun passo avanti nella prevenzione», ha sottolineato Sara Ferrari, della presidenza del gruppo dem a Montecitorio.

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