Dl Caivano
Dl Caivano, Meloni: il governo ci mette la faccia. Stop alla delinquenza
Il giro di vite del Governo contro il dilagare della delinquenza e del disagio giovanile si concretizza nelle misure contenute nel cosiddetto Dl Caivano, approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Una serie di inasprimenti di sanzioni e di pene che dovrebbe fungere da deterrente alla commissione di reati da parte delle fasce più giovani. Ma non solo. Il dl infatti si concentra anche su chi di quei ragazzi è responsabile. "Consideravo importante esserci - ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando di sorpresa alla conferenza stampa di presentazione del dl -, perché penso che le norme che abbiamo licenziato oggi siano materie molto importanti. Su alcune materie in passato lo Stato ha preferito occuparsi di altro, erano talmente complesse che metterci la faccia era considerato pericoloso. Noi mettiamo la faccia su materie complesse, difficili da risolvere. Noi siamo stati a Caivano, abbiamo detto che non esistono zone franche, è una sfida non semplice ma se ci si mette con buona volontà si può fare".
Un pacchetto di misure che cerca di coniugare la necessità della repressione della delinquenza minorile con quella di consentire un percorso non necessariamente punitivo, ma anche rieducativo. Un po' a sorpresa, tra le misure, non c'è l'abbassamento della soglia d'imputabilità dei minori, che resta a 14 anni. C'è però l'introduzione dell'ammonimento da parte del questore per i minori infraquattordicenni. "Questo è l'unico riferimento che si trova nella normativa - ha spiegato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi -, sull'abbassamento al di sotto dei 14 anni, ma sopra all'età di 12 anni, per chi commette reati con pene non inferiori a 5 anni come il furto aggravato, il danneggiamento aggravato, le lesioni gravi". Ammonimento che adesso viene introdotto anche per il reato di bullismo. Non è prevista invece una norma specifica sul divieto dell'uso dei cellulari, che viene però delegato di volta in volta all'autorità giudiziaria, sollecitata dal questore: "Si consente al questore di proporre all'autorità giudiziaria prescrizioni sull'utilizzo e l'accesso a piattaforme informatiche - ha sottolineato Piantedosi - nonché al possesso e utilizzo di telefono e dispositivi elettronici. Abbiamo scelto una formulazione che limita questo nel caso in cui la misura venga vista come necessaria in relazione alla tipologia di reato commesso".
Altro capitolo è quello legato al Daspo, la cui soglia di applicabilità scende adesso a 14 anni, e viene previsto anche per chi semplicemente venga sorpreso in possesso di stupefacenti. Il Governo però sa che il contrasto al disagio giovanile non può prescindere da un'efficace azione di repressione del contesto criminale da cui spesso questi minori provengono. "Siamo intervenuti anche nei confronti di chi esercita la potestà genitoriale - ha osservato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio -, perchè sappiamo che la fonte criminogena della delinquenza minorile risiede molto spesso proprio nella scarsità di senso civico o addirittura nell'adesione al crimine delle loro famiglie". E dunque ecco ad esempio l'inasprimento delle sanzioni per chi non garantisce ai figli l'istruzione scolastica obbligatoria: "Questo abbandono fino a ieri era punito con una sanzione platonica - ha detto Nordio -, noi l'abbiamo elevato a rango di delitto. Responsabilizzando i genitori crediamo che indirettamente venga aiutato il minore nel percorso di educazione".