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Manovra di bilancio, Meloni compatta la maggioranza. Quali sono le priorità

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Un vertice per confermare «la compattezza della coalizione» e prepararsi ad affrontare «un anno complesso». Un incontro durante il quale non si è entrati nel merito della prossima legge di bilancio: i numeri non ci sono ancora e per il momento l’importante è stabilire un metodo, un percorso condiviso, e sopratutto condividere le priorità che sono salari, sanità, famiglie e pensioni. Infine, la volontà ribadita di andare avanti con l’autonomia e la riforma della Costituzione. Questo, in sintesi, l’esito del faccia a faccia a palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato. A quanto si apprende al termine dell’incontro, «è stata ribadita la compattezza della coalizione, che ha affrontato brillantemente l’ultimo anno nonostante i tentativi di divisione e sabotaggio», viene riferito, ed è stato sottolineato che «si preannuncia un anno complesso che la maggioranza è pronta ad affrontare con determinazione e serietà, a partire dalla legge di Bilancio sulla quale i partiti della maggioranza sono tutti concordi nel concentrare le risorse su salari, sanità, famiglie e pensioni, a partire da quelle dei giovani». Le stesse fonti poi, riportano la volontà della maggioranza di continuare «a lavorare sulle riforme attese da questa nazione come la delega fiscale, l’autonomia differenziata, la riforma della giustizia e la riforma costituzionale che nelle prossime settimane arriverà a definizione». Non una riunione solo sulla manovra, dunque. Ma una rassegna dei passaggi nevralgici dell’azione di governo da qui ai prossimi mesi. Come da anticipazioni della vigilia, il vertice serve soprattutto a serrare i ranghi, a ristabilire l’unità della coalizione in vista delle prossime sfide.

 

 

 

Un incontro politico, insomma, per avviare sì il confronto sulla legge di bilancio ma senza entrare ancora nei dettagli. Non c’è infatti il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la cui presenza non era prevista - viene spiegato da fonti di governo - e che dovrà invece entrare in campo quando ci saranno numeri definitivi: bisognera aspettare le stime, soprattutto a livello europeo, sul Pil e sugli altri fondamentali dell’economia. Fermo restando le priorità che filtrano dal vertice e data per scontata una stretta sul Superbonus - ma bisognerà vedere in quali termini - i desiderata dei partiti sono noti da tempo: Forza Italia chiede fondi per incrementare le pensioni minime e la detassazione di straordinari e tredicesime. Se tutti sembrano d’accordo per mantenere il taglio del cuneo fiscale, Noi moderati chiede anche di aumentare il congedo parentale, l’assegno unico e le detrazioni scolastiche. L’obiettivo della Lega resta quello di confermare quota 103 e quota 41, mentre a FdI sta principalmente a cuore il pacchetto natalità. Al termine dell’incontro a palazzo Chigi nessuno parla: anche questo un segnale di compattezza che, del resto, era stato anticipato in mattinata dalle parole del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che assicura un’intesa piena con Meloni: «Saremo unanimi, concordi, seri e concreti. Abbiamo davanti quattro anni abbondanti e ci sono dei progetti su pensioni, flat tax, taglio delle tasse alle imprese che in questi quattro anni porteremo avanti», con l’obiettivo «di mettere i soldi che ci sono - pochi o tanti lo vedremo in base ai dati macroeconomici - sull’aumento degli stipendi e delle pensioni, oltre che sul taglio del cuneo fiscale. In totale sintonia con Giorgia».

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