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Firenze, Batistuta il candidato sindaco del centrodestra? Impazza il tam-tam

Christian Campigli

Mirata all'angolino, tirata con una potenza inaudita e con una precisione chirurgica. La voce secondo la quale il centrodestra toscano starebbe seriamente pensando a candidare come prossimo sindaco Gabriel Omar Batistuta assomiglia alle punizioni che hanno reso il campione argentino uno dei più amati di tutti i tempi sulle rive dell'Arno. Paragonabile solo a Giancarlo Antognoni e (forse) a Roberto Baggio. In città non si parla letteralmente d'altro. I pro di una simile opzione sono evidenti: volto enormemente popolare, amato pressoché da tutti, difficile (se non addirittura controproducente, visto l'amore nutrito per il nativo di Reconquista dai Fiorentini) da attaccare frontalmente per la sinistra. Ma anche i contro non possono certo essere sottovalutati: nessuna esperienza nella gestione del bene comune e un enorme impedimento burocratico, visto che Batigol non ha la cittadinanza italiana e, per le leggi del nostro Paese, non è (al momento) candidabile. 

 

  

 

Una suggestione, ma non troppo, visto il precedente di Damiano Tommaso diventato (a sinistra) sindaco di una delle città (teoricamente) più di destra dello Stivale: Verona. Un precedente non troppo distante è quello che vide Giovanni Galli sfidare a Firenze nel 2009 Matteo Renzi. E costringere al ballottaggio il leader di Italia Viva. Dal centrodestra bocche cucite, almeno ufficialmente: “È una voce, nulla di più. Al momento qualunque valutazione sarebbe irrispettosa”. 

 

 

Ma al di là della naturale prudenza, questa indiscrezione (fatta uscire, secondo i più maligni, proprio da ambienti vicini ai moderati) sarebbe la dimostrazione che il centrodestra ha (finalmente) chiaro un concetto semplice, ma che, fino a pochi mesi fa, non era accettato di buon grado. Ovvero che per far cadere l'ultimo fortino rosso serve un candidato civico, amato dalla gente e ben riconoscibile dal primo giorno di campagna elettorale. Non sono ancora maturi i tempi per proporre, sulle rive dell'Arno, un dirigente, un uomo di partito. L'idea di Batistuta potrebbe essere il miglior tiro calciato in porta dai conservatori gigliati. Una punizione potente, precisa e tagliente. Come quelle che hanno reso il centravanti argentino il più amato dai Fiorentini.