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Blitz a Caivano, “solo propaganda”. La sinistra rosica perché adesso lo stato fa sul serio
Puntuale come un orologio svizzero e spesso inspiegabile agli occhi di tanti cittadini italiani. L’atteggiamento disfattista e pregiudizievole che alcuni esponenti vip e sedicenti progressisti sfoggiano in una giornata che potrebbe segnare il primo passo verso la “normalizzazione” di Caivano. Non ha potuto trattenere la sua invettiva lo scrittore Roberto Saviano: «Il maxiblitz di Caivano non è altro che una inutile sceneggiata di propaganda». Quali sono le basi su cui poggia il proprio giudizio l’autore di “Gomorra”? “I maxiblitz (...) non cambiano il destino di un territorio, non offrono riscatto, sono operazioni fatte per pura propaganda politica - aggiunge Saviano - Il governo ha promesso una bonifica e invece 400 uomini, tra poliziotti, carabinieri e Guardia di Finanza, hanno trovato appartamenti vuoti e sequestrato una quantità di denaro che per una piazza di spaccio sono solo pochi spiccioli». Poi come nella maggior parte dei suoi interventi Saviano punta il dito contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “La Premier Meloni e il Presidente della Regione Campania De Luca, dagli scranni di un potere che detengono ormai da troppo tempo per potersi dire estranei (ricordate, vero, che Meloni è stata Ministra della Gioventù? L’avete mai sentita spendere una sola parola per queste periferie abbandonate, dove a pagare il prezzo più alto sono proprio i giovani? ), tuonano e annunciano l’arrivo massiccio di forze dell’ordine: "Bonificheremo Caivano", "Li andremo a prendere casa per casa". Eppure, quello che con onestà dovrebbero dire – chiosa Saviano - è che le operazioni di polizia non sono mai mancate in quei territori. A essere mancato è tutto il resto».
Un altro dei giornalisti che più ha combattuto contro la camorra e attuale componente del Partito democratico, Sandro Ruotolo, è stato molto meno prolisso di Saviano. «Per affrontare la dispersione scolastica il governo di destra-destra pensa di inasprire le sanzioni sui genitori delle famiglie disagiate». Poi prescrive la sua soluzione: «Occorrerebbero invece assistenti sociali e riconoscere un valore a quei genitori che fanno studiare i figli». Al coro unanime e che propone sempre lo stesso adagio non poteva sottrarsi il deputato di Alleanza verdi e sinistra, Angelo Bonelli: «La premier Meloni, che dichiara che non saranno tollerate zone franche, può spiegare perché ha perso tutti i fondi sul recupero delle periferie? Bene che lo Stato si faccia vivo a Caivano, ma non è certo il blitz di un giorno che potrà risolvere il problema della criminalità che la fa da padrona in quei luoghi. La Camorra – prosegue Bonelli - ha avuto tutto il tempo di far sparire quello che non doveva essere trovato». E la situazione ai suoi occhi non può che peggiorare, dato che «le periferie vanno recuperate garantendo servizi dalla scuola, allo sport alla sanità. Tutto ciò poteva essere possibile grazie ai fondi del Pnrr che il governo ha però deciso di definanziare».
La polemica delle ovvietà non poteva che concludersi con l’esegesi di quanto dichiarato da Meloni in precedenza. «Siamo stati svegliati dai flash di agenzia che dicevano che la “bonifica” di Caivano, evocata dalla presidente del Consiglio, è iniziata: sono entrati 400 uomini. Quello che ci si chiede – domanda l’esponente dem Marta Bonafoni – è cosa lasceranno quando saranno usciti». Per la coordinatrice della segreteria Pd «le persone non sono certo da bonificare, ma da prendere in cura». È proprio quello che ha iniziato a fare il blitz di ieri.