Il disastro del 1980
Ustica, le "deduzioni" di Amato e la posizione del governo: "Non ci sono atti coperti da segreto"
Le parole di Giuliano Amato riaprono la ferita dell’abbattimento del Dc9 Itavia nei cieli di Ustica, il 27 giugno 1980, e rischiano di innescare una crisi diplomatica fra Italia e Francia. Perché alla base della tesi riportata dal "Dottor Sottile" c’è il tentativo dell’aviazione francese di abbattere un aereo sul quale si viaggiava il leader libico. Secondo questa tesi, l’aereo civile italiano si sarebbe trovato nel mezzo di una battaglia aerea. Intervistato da la Repubblica spiega: "Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario". Non solo: "Il leader libico sfuggì alla trappola perchè avvertito da Craxi. Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi". Parole che innescano una serie di reazioni da parte del governo italiano e, prima fra tutte, quella della presidente Giorgia Meloni: "Chiedo al presidente Amato di sapere se, oltre alle deduzioni, sia in possesso di elementi che permettano di tornare sulle conclusioni della magistratura e del Parlamento, e di metterli eventualmente a disposizione, perché il governo possa compiere tutti i passi eventuali e conseguenti", sottolinea la premier dopo aver ricordato che nessun atto riguardante la strage di Ustica è coperto da segreto di Stato e che l’autorità giudiziaria e il Parlamento hanno condotto una lunga inchiesta sul caso. Anche Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sul palco della maratona digitale Digithon in corso a Bisceglie (Bat), rispondendo al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, esclude categoricamente che ci siano coperti dal segreto di Stato. "Oggi ho visto una dichiarazione del senatore Calenda (Carlo Calenda, ndr) che dice 'Il governo tolga il segreto di Stato'. Mi son permesso di mandargli un messaggio e dire 'Guardi senatore, guarda Carlo, non tutto quello che ha fatto il senatore Renzi (Matteo Renzi, ndr) va male'. Nel senso che nel 2014 ha tolto il segreto di Stato su una lenzuolata di documenti coperti, tra cui anche la vicenda di Ustica e nel periodo più o meno tra il 2015 e il 2017 tutti gli atti riguardanti Ustica sono stati desecretati, ovviamente tutti quelli a disposizione del governo italiano".
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Bisogna anche ricordare che la verità giudiziaria è un'altra e che nella sentenza del processo che assolse quattro generali dell'Aeronautica militare viene esclusa categoricamente l'ipotesi del missile francese e della battaglia dei cieli. Mentre viene sostenuto che a causare il disastro fu un'esplosione a bordo dell'aereo. Insomma, una bomba. Intanto, interviene anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea che si tratta di "parole di un privato cittadino" che "non si possono commentare". D’altra parte, "c'è stato un processo, ci sono delle sentenze". Certo, spiega ancora Tajani, "bisogna fare tutti gli accertamenti necessari, bisogna sempre essere prudenti e non entusiasmarsi e non estremizzare le posizioni". E se c’è chi teme reazioni da parte francese, il titolare della Farnesina risponde: "Le relazioni tra Stati non sono legate a un’intervista". Interpellato dall’AGI l’Eliseo rifiuta di commentare.
Oltre alle reazioni legate alle presunte responsabilità da parte dell’Eliseo, le parole di Amato provocano la dura reazione di famigliari ed ex compagni di partito di Bettino Craxi. Il leader socialista, infatti, non aveva ruoli di governo al tempo della strage. Unici esponenti socialisti erano i ministri Lello Lagorio, alla Difesa, e Rino Formica, ai Trasporti. "L’intervista di Giuliano Amato è scandalosa", dice la ex senatrice socialista Margherita Boniver: "Innanzitutto perché sembra svegliarsi da un letargo durato oltre 40 anni, e in secondo luogo perché riesce ad offendere la memoria di Bettino Craxi, il quale certamente aveva fatto avvisare Gheddafi delle intenzioni da parte americana di bombardare Tripoli, ma questo avvenne nel 1985 e non certamente durante l’episodio orribile della strage di Ustica". Anche Bobo Craxi, figlio dello storico leader socialista, ricorda che "mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986". A parte quello "strafalcione storico", continua Bobo Craxi, "la tesi francese è sempre stata presente, ma mai provata del tutto e mai smentita. Messa così tira in ballo mio padre facendo vistosa confusione di date. Nell’80 era letteralmente impossibile che fosse a conoscenza di operazioni alleate". Netto il giudizio del leader di Italia Viva, Matteo Renzi: "Prima di chiedere a Macron, che andava alle medie quando questo accadde, Amato dica tutto quello che sa nelle sedi opportune. Altrimenti sembra un messaggio in bottiglia, che con 81 morti non si fa".