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Dal conto in Albania allo sciopero preventivo, la folle estate della sinistra

Dario Martini
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Un uomo di San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo, ha sparato a un’orsa, uccidendola. Aveva paura che facesse fuori le sue galline, come era accaduto qualche giorno prima. Di chi è la colpa? Ma è ovvio: del governo e del centrodestra. Può sembrare una battuta. Invece è proprio ciò che sostiene Eleonora Evi, deputata dell’Alleanza Verdi e Sinistra e portavoce di Europa Verde: «Sono le conseguenze drammatiche di questo governo che ha dato il via alla caccia libera come fossimo nel far west, consentendo di uccidere animali selvatici anche in aree urbane e protette».
Piccolo inciso: il governo non ha liberalizzato la caccia in città, ha solo permesso di iscriversi ad appositi corsi di formazione per poter partecipare a piani di contenimento della fauna selvatica sotto la supervisione delle polizie provinciali e regionali. Quindi, nessuno può imbracciare un fucile e andare a sparare agli animali dove gli pare. Eppure, anche l’europarlamentare Pina Picierno del Pd è convinta sia colpa del centrodestra, perché l’uccisione dell’orsa Amarena «arriva al culmine di un’estate in cui una certa parte di politica ha voluto esacerbare e terrorizzare i cittadini». Più che un’estate «militante», come auspicava Elly Schlein, siamo di fronte a un’estate «delirante». Il governo che muove il grilletto del fucile contro Amarena è solo l’ultimo esempio di questa deriva estiva. Con l’arrivo del caldo si sono moltiplicate le "sparate" contro il governo. Ciò che sorprende sono i temi scelti dalle opposizioni.

L’elenco è lungo. Prima dell’orsa-gate, abbiamo assistito a veri e propri casi montati ad arte, sostenuti immancabilmente dalla stampa di sinistra. Nei giorni scorsi è stato preso di mira Andrea Giambruno, giornalista e conduttore tv di Mediaset, nonché compagno del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La sua colpa? Aver detto che è sempre meglio «evitare di ubriacarsi e di perdere i sensi, perché poi il lupo lo trovi». Apriti cielo. Dalla leader Pd Elly Schlein a quello del M5S Giuseppe Conte tutti d’accordo: in questo modo si giustifica la violenza sulle donne. Silenzio assoluto, però, quando è stato fatto notare come il New York Times in passato scrivesse le seguenti parole: «L’alcol è la prima droga dello stupro. E questo non è denigrare le vittime o contro le donne. E semplicemente un fatto. La gran maggioranza degli stupri nei campus avvengono quando lo stupratore, la vittima o entrambi sono ubriachi». Concetto rafforzato da Anne M. Coughlin, docente universitaria di diritto, sempre sulle colonne del quotidiano della Grande Mela: «Ho sempre voluto spiegare alle giovani donne che ubriacarsi porta a un rischio grave di essere stuprate, ma sarei stata incompresa. Molti infatti avrebbero detto che denigravo le vittime di stupro». Esattamente ciò che si legge anche sul report "La violenza è solubile in alcol" elaborato dalle avvocatesse Valentina Guerrisi e Giada Caprini dello studio legale di Roberto De Vita: «Esiste una relazione sempre più stretta tra l’uso-abuso di droghe e alcol e l’aumento di fenomeni di violenza, specie tra adolescenti e giovani». Il sospetto è che ci sia un’attenzione particolare quando parla Giambruno. Emblematica l’altra polemica che lo ha riguardato, quando ha criticato il ministro della Sanità tedesco Karl Lauterbach, che durante le ferie in Italia si era fotografato davanti alla Fontana di Trevi lamentandosi del troppo caldo: «Qui il turismo non ha futuro», aveva scritto. Con una battuta, Giambruno lo ha invitato a trascorrere la prossima vacanza nella Foresta Nera. Gaffe clamorosa hanno detto a sinistra.

Sull’Italia denigrata via social, invece, le opposizioni non hanno avuto nulla da eccepire. È andata avanti per giorni anche un’altra polemica costruita ad arte su un intervento di Francesco Lollobrigida al Meeting di Rimini. Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare spiegava come il modo di nutrirsi nel nostro Paese sia molto più salutare di quello americano. Il ragionamento era il seguente: negli Stati Uniti se non hai soldi mangi male, in Italia non è sempre così. Concetto espresso con queste parole: «Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo comprano qualità». Giornali e politici di sinistra hanno stravolto il suo pensiero così: «In Italia i poveri mangiano meglio dei ricchi». Detta così, in effetti, suona decisamente peggio. Nulla importase corrisponda veramente a ciò che ha detto il ministro. Per Schlein, «Lollobrigida vive su un altro pianeta». Secondo il capogruppo del M5S in Senato, Stefano Patuanelli, siamo di fronte ad un «governo classista che colpisce e insulta i bisognosi». Nel grande calderone delle polemiche pretestuose un posto speciale va sicuramente al segretario della Cgil, Maurizio Landini. Il leader del sindacato "rosso" ha risposto presente all’estate militante di Schlein, inventando una nuova formula dello sciopero: quello preventivo. Era il 22 luglio scorso quando ha lanciato la mobilitazione generale contro la manovra del governo di cui ancora non si sapeva nulla. L’esecutivo sta iniziando a ragionarci ora, si studiano priorità e coperture. Ma qualcosa di certo già si sa: il taglio del cuneo fiscale che porta fino a 100 euro in più nelle tasche dei lavoratori sarà reso strutturale. Poco importa. Per Landini la parola d’ordine è sciopero. Alla vigilia di Ferragosto ha invitato Meloni «ad uscire dai resort e ascoltare i lavoratori». Alcuni giorni dopo, proprio in un resort di Saturnia, con tanto di terme e campi da golf, stava prendendo fiato un suo appassionato compagno di battaglie: quel Giuseppe Conte con cui si batte per il salario minimo. Ai "compagni" non va già nemmeno l’impegno politico di Arianna Meloni. La sorella del premier è stata appena nominata responsabile della segreteria di Fratelli d’Italia. Schlein ha tuonato: «È familismo». Ma Arianna, classe 1975 (due anni più di Giorgia), è militante (nel vero senso della parola, non in quello estivo che piace alla leadership del Pd) da quando aveva 17 anni. Ma mai un posto in prima fila, mai un collegio. Per molti anni precaria nella Regione Lazio, ha sempre lavorato dietro le quinte. «Non era più possibile - ha spiegato in un’intervista al Corriere - Sia perché è bene che per certi ruoli ci siano persone che conoscono la politica e sanno fare quello che è richiesto, e io credo di esserne in grado, sia perché è più onesto e serio avere un ruolo ufficiale che restare nell’ombra». Chissà se Schlein è al corrente che Enrico Berlinguer ha militato per anni nel Pci al fianco del fratello Giovanni. Allora nessuno li accusava di familismo, forse erano solo altri tempi.

In questo agosto del 2023 ha trovato spazio pure la polemica sul conto dei turisti italiani scappati dal ristorante in Albania pagato da Giorgia Meloni. Azione, +Europa e Pd l’hanno subito accusata di usare o soldi degli italiani. «Tanto paga Pantalone», ha tuonato Riccardo Magi. Senza sapere di aver preso un granchio. Poche ore dopo, infatti, si è scoperto che gli 80 euro del conto li ha tirati fuori di tasca propria il premier. Intanto, le opposizioni hanno cercato di mettere le fondamenta di quel campo largo a sinistra che stenta a decollare. Pd, M5S, Avs e +Europa hanno cercato e trovato un tema unificante: quello della cannabis. Il cui consumo va legalizzato al più presto. Per Alessandro Zan «non possiamo rimanere fanalino di coda in Europa», visto che anche la Germania sta pensando ad una liberalizzazione. Entusiasta anche il grillino Riccardo Ricciardi: «Dalla destra italiana non ci aspettiamo la lungimiranza tedesca, ma il nostro Paese sarà penalizzato anche su questo». Ovviamente, agli allarmi lanciati dalla sinistra non poteva mancare un evergreen: il pericolo fascismo. Si sa, Schlein ne ha fatto un punto qualificante del suo programma da segretaria. Tanto che alcuni giorni fa lo ha rilanciato nella sua terra natale, la Svizzera, davanti a una platea insolita: quella del Partito socialista elvetico. Parlando dell’Italia, ha detto: «Vediamo troppi pericolosi rigurgiti di nazionalismo e soprattutto di negazionismo della storia, con pensiero che possiamo ancora definire fascista». Quale sarebbero questi rigurgiti? «I nazionalisti nella loro retorica di odio scelgono un nemico al giorno che sono le persone diverse- ha spiegato Elly- la donna troppo emancipata, la comunità Lgbt, i migranti e oggi anche gli ecologisti. Noi dobbiamo batterci insieme, affinché quella retorica di odio portata agli estremi, mette i nazionalisti uno contro l’altro dalle opposte parti dei muri che vogliono costruire». Appena tornata dalla Svizzera, Schlein ha fatto inviare dalla fidata Marta Bonafoni una mail a ogni parlamentare del Pd. Dovranno refertare tutti gli eventi promossi sul territorio a giugno, luglio e agosto, con tanto di data, luogo e argomento trattato. Speriamo che fra i compiti a casa qualcuno abbia scelto di parlare anche di cose serie. E che l’autunno sia meno delirante.

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