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Carfagna e il rilancio delle periferie: “Pnrr occasione irripetibile per avviare la riqualificazione”

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Caivano, zona nord di Napoli, è balzata tristemente agli onori delle cronache dopo la violenza subita da due bambine di 11 e 12 anni da un branco di coetanei nel Parco Verde. Il Mezzogiorno, con tutti i suoi pregi e difetti, è tornato a far discutere. Criticità che tutti conoscono ma che in pochi sono riusciti a risolvere. Il Tempo ha intervistato la presidente di Azione Mara Carfagna, ex ministra per il Sud, per conoscere la sua opinione in merito.

Onorevole Carfagna lei è una donna del Sud ed è stata anche ministra per il Sud, secondo lei perché torniamo ciclicamente a discutere delle criticità di alcune aree senza mai riuscire a incidere veramente?
«Perché per decenni non ci sono state né le risorse né la volontà politica di affrontare il tema della diseguaglianza nell’accesso ai diritti costituzionali alla sicurezza, al lavoro, all’istruzione. Il Pnrr è un’occasione irripetibile per avviare la riqualificazione delle tante periferie d’Italia e spero che la tanto annunciata rimodulazione del Pnrr non cancelli interventi ma ne aggiunga».

 



Nel Mezzogiorno la dispersione scolastica è del 15,1% mentre al nord dell’11,5%, secondo lei perché sussiste ancora questo divario?
«Da un lato c’è la mancanza di tempo pieno, mense, palestre, trasporto scolastico, sostegno ai più fragili. Dall’altro agisce la povertà delle famiglie, che gonfia il lavoro minorile e allontana dai percorsi di istruzione».

All’indomani delle violenze di Caivano e di Palermo in molti hanno messo nel mirino i giovani e il ruolo dei social, lei che opinione ha in merito?
«Sono convinta che i social vadano interdetti ai bambini sotto i 13 anni di età e aperti ai ragazzi tra i 13 e i 15 solo col consenso dei genitori. Con Azione abbiamo presentato un disegno di legge molto efficace, su modello di una norma approvata in Francia. Leggo che il governo condivide: agisca di conseguenza, lo sosterremo».

 



Condivide l’operato del presidente Meloni che ha presentato due tipologie di interventi: uno sotto il profilo lavorativo, offrire opportunità occupazionali ai giovani, e uno sotto il profilo culturale con Agenda Sud e lo stanziamento del ministro Sangiuliano che ha messo a disposizione 12 milioni di euro in tre anni per una biblioteca, una sala multimediale e lettura che possono essere collocate dentro il centro Delphinia in modo che diventi un centro polifunzionale?
«Per carità, tutto condivisibile, tutto importante. Ma per prima cosa si dovrebbero mettere a terra i progetti già varati e finanziati dal governo Draghi, su mio input, proprio per quella zona. Parlo dell’impianto di video-sorveglianza per Caivano, oltre un milione di euro già disponibili; degli interventi di coesione sociale, l’Urban Regeneration Factory, il recupero e il rilancio del Teatro Caivano Arte, altri 3,6 miliardi messi su programmi già definiti; dell’assunzione di 8 assistenti sociali resa possibile dal Lep assistenti sociali; dei nuovi posti negli asili nido su cui abbiamo messo circa 5 milioni fino al 2027 e degli oltre centomila euro destinati al finanziamento del servizio di trasporto scolastico per alunni con disabilità. Meloni chieda conto ai suoi ministri di questi interventi: a me risulta che siano in stallo, spero di sbagliarmi».

Ogni intervento educativo ha bisogno di tempi lunghi, cosa si potrebbe fare nell’immediato?
«Gli interventi che ho elencato sono “immediati” perché già progettati, approvati e finanziati in accordo col territorio. In più c’è il Cis Terra dei Fuochi, un piano da 200 milioni di euro per cambiare il destino dell’area martoriata che include anche Caivano: l’ho sottoscritto nel 2022 con 52 sindaci dell’area. Va messo a terra. Lo Stato, non il governo Draghi, ha preso un impegno forte. Adesso è necessario dimostrare che lo Stato rispetta le sue promesse a prescindere da chi governa».

 

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