Meloni al Parco Verde di Caivano: lo Stato ha fallito, ora bonifica radicale
Il colloquio con don Maurizio Patriciello nella chiesa di San Paolo Apostolo, l'incontro con la preside Eugenia Carfora dell'Istituto superiore 'Francesco Morano', la partecipazione alla riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Sono i tre momenti che scandiscono la visita di Giorgia Meloni al Parco Verde di Caivano, rione 'teatro' degli abusi ai danni di due cuginette di 11 e 12 anni in cui, evidenzia la premier, "si è consumato un fallimento da parte dello Stato e delle istituzioni". A cui va posto rimedio, con l'obiettivo del governo di rendere la zona del comune campano "da problema a esempio". Traguardo non semplice, "ma siamo qui a dire che intendiamo agire e metterci la faccia - spiega il presidente del Consiglio in un punto stampa organizzato prima di volare da Napoli ad Atene per il bilaterale col primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis - Il messaggio principale che vogliamo dare è che in Italia non possono esistere zone franche".
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Dopo aver ringraziato il lavoro di don Patriciello ("un esempio e una risorsa per tutti") e aver espresso solidarietà "alle vittime innocenti di un atto disumano, di un crimine infame che chiaramente ha scioccato tutti", Meloni illustra quindi il percorso immaginato per la cittadina dell'hinterland napoletano. "Le direttrici sulle quali intendo coinvolgere l'intero governo sono principalmente due: la prima è la fermezza dello Stato contro la criminalità, l'illegalità e la droga. Questo territorio sarà radicalmente bonificato", annuncia chiarendo che la seconda direttiva "riguarda la necessità di dotare questo territorio dei servizi necessari". A cominciare dal centro sportivo 'Delphinia', "luogo dove pare si è consumato il duplice stupro e che oggi è una discarica a cielo aperto". Entro la prossima primavera, annuncia Meloni, dovrà riaprire grazie a un intervento da circa 10 milioni di euro e diventare "un luogo di integrazione" e "un centro polifunzionale" con biblioteca e sala multimediale. Contemporaneamente si cercherà di dare risposte "anche in termini di educazione". Un impegno che si tradurrà con l'arrivo a Caivano di 20 nuovi docenti e più fondi per le scuole della zona. "Questi sono solamente i primi interventi che porteremo", conclude quindi Meloni che chiederà a ogni membro del suo governo "di essere presente qui in modo cadenzato per aggiungere il suo pezzo di questo lavoro e per monitorare quello che sta succedendo".
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I primi sul territorio sono stati i ministri Matteo Piantedosi (Interno), Andrea Abodi (Sport) e Giuseppe Valditara (Istruzione) che, assieme al sottosegretario Alfredo Mantovano, hanno accompagnato la premier nella sua visita istituzionale. Visita caratterizzata dalle ingenti misure di sicurezza dispiegate al Parco Verde anche in conseguenza delle minacce social rivolte alla Meloni da parte di chi protesta per la stretta varata dal governo al Reddito di cittadinanza. E "anche per bilanciare eventuali contestatori" un dirigente di FdI avrebbe inoltrato in una chat un messaggio con alcune indicazioni da seguire in vista dell'appuntamento. Nell'sms, svelato dal Tg di La7, ecco quindi l'invito a "mobilitarsi per portare persone, ma non con simboli di partito. Devono sembrare persone qualunque che accolgano Giorgia festanti". "Una roba triste triste" per il leader di Azione, Carlo Calenda, mentre il senatore di FdI Antonio Iannone, prova così a ricostruire l'accaduto: "Io non ho organizzato nessuna mobilitazione di militanti. C'è stata una resa infedele, infelice, di quello che volevo dire - spiega a LaPresse il commissario regionale del partito in Campania - Io ho parlato con i parlamentari campani e i presidenti provinciali raccomandando che chi voleva partecipare doveva avere un atteggiamento sobrio, di non portare simboli di partito perché sarebbe stato fuori luogo vista la natura dell'evento e l'ambiente in cui si sarebbe svolto. Non so chi ha reso quel pensiero ma non c'era nessuna volontà di organizzare claque o camuffarsi tra i cittadini".