Caivano, Giorgia Meloni in visita a Parco Verde. Le opposizioni criticano Giambruno
La visita al Parco Verde di Caivano teatro degli stupri nei confronti delle due cuginette di 11 e 12 anni, poi il volo per Atene per il bilaterale in programma col primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Questa l’agenda di Giorgia Meloni per giovedì 31 agosto. Il presidente del Consiglio, dopo aver annunciato in Consiglio dei ministri di essere rimasta «profondamente colpita delle notizie terribili» provenienti dalla città dell’hinterland napoletano, ha quindi raccolto l’invito formulato da don Maurizio Patriciello. Il premier, ha annunciato il parroco di Caivano, sarà al Parco Verde «giovedì mattina e io mi metterò a disposizione. Ha detto che verrà con proposte concrete». In Cdm Meloni ha già anticipato che «l’obiettivo del governo è "bonificare" l’area, garantendo che per la criminalità non esistono zone franche», e che quella in programma giovedì 31 agosto non sarà «una semplice visita o, peggio, una passerella» ma un segnale «per offrire sicurezza alla popolazione».
"Meloni? Non verrà a fare la passerella": don Patriciello ha fiducia nel premier
A parlare dei fatti di Caivano, però, è stato anche il compagno della premier, il giornalista di Rete4 Andrea Giambruno, attaccato dall’opposizione per alcune frasi pronunciate nel corso della trasmissione "Diario del Giorno". «Certo che se tu vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti, questo è assodato, non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo, però se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi rischi effettivamente che il lupo lo trovi», le parole di Giambruno finite nel mirino di tutta la sinistra che ha chiesto a Meloni di prendere le distanze dal suo compagno. È gravissimo giustificare uno stupro dando la colpa ai comportamenti della vittima - accusano i parlamentari dem - I corsi di educazione alle pari opportunità non vanno fatti solo nelle scuole ma anche agli adulti, tanti adulti e soprattutto a quelli che hanno in mano un microfono". "Prima di Caivano, ci si deve augurare che Meloni affronti la questione in casa propria, spiegando a Giambruno che colpevolizzare le vittime di una violenza, tanto più in diretta tv, è una pratica barbara e perversa, che scaturisce dai peggiori stereotipi machisti e patriarcali", scrive su Twitter Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd. Duro anche il M5s: "Le parole pronunciate da Giambruno sono inaccettabili e vergognose". Per Italia Viva, poi, "certa superficialità contribuisce a trasformare la vittima in colpevole. Non è tollerabile", mentre per Alleanza Verdi Sinistra "il compagno del presidente Meloni deve studiare un po' prima di parlare, visto il suo ruolo e prima ancora il suo mestiere". Insomma, una bufera in piena regola a cui Giambruno decide, però, di rispondere sempre nel corso della conduzione del programma: "Sta impazzando una polemica del tutto surreale. Nessuno ha giustificato l’atto, anzi sono stati utilizzati dei termini molto precisi come "abominevole" per quanto riguarda l’atto e sono stati definiti "bestie" gli autori. Quindi tutti coloro che in maniera strumentale hanno utilizzato in maniera fuorviante quanto da me detto, distorcendo la realtà, lo stanno facendo o perché in malafede o perché hanno seri problemi di comprendonio. Stiamo rasentando il ridicolo e la politica credo abbia cose ben più interessanti da fare".