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Francesco Lollobrigida elogia il cibo italiano e il Pd si inventa un caso

Christian Campigli 
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Prendere una frase di un lungo e complesso ragionamento. Decontestualizzarla scientemente, per ridicolizzare l'avversario, per modificare il senso di quell'affermazione. E trasformarla in un concetto lontano anni luce dal messaggio originale. Un esercizio dialettico tra i preferiti della sinistra italiana. Nel mirino dei nipotini di Carlo Marx è finito questa volta il Ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Che, durante un suo intervento al Meeting di Rimini, ha ricordato come la cultura culinaria (e anche la tradizione contadina) italiana consente anche ai meno ricchi di potersi cibare di alimenti sani. Di scegliere, ad esempio, pasta e patate, uova al tegamino, ribollita e pappa al pomodoro. Evitando così i fast food.

 

«Gli Usa sono un grande popolo, ci hanno liberato, difeso, su una cosa non ci possono insegnare niente: a mangiare. Hanno un differente modello di educazione alimentare. Da noi è interclassista. Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l'acquisto a basso costo spesso comprano qualità. Da loro le classi meno agiate vengono rimpinzate con elementi condizionanti che vanno nell'interesse del venditore più che del consumatore finale». Un concetto complesso, ma difficilmente contestabile. Se però si analizza una sola frase ("da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi") e la si estrapola dal contesto complessivo, diventa più semplice cercare di banalizzare l'intero ragionamento. Un esercizio scorretto, al quale certo la sinistra non è nuova. Nelle ultime quarantotto ore sono stati molti i dem che hanno puntato il dito contro il Ministro dell'Agricoltura. «Ecco perché hanno tolto il reddito di cittadinanza - ha ironizzato il deputato Andrea Orlando - Bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male». Gli ha fatto eco Gianni Cuperlo: «Come è possibile che un esponente del governo non si renda conto di quale sciocchezza stia per dire?». Non poteva mancare al concertino del Nazareno il segretario Elly Schlein.

 

«Non c'è neanche bisogno delle parodie quando c'è un governo che vive su un altro pianeta. Io mi occupo soprattutto di quegli italiani che fanno fatica a fare la spesa, e sono tanti, nonostante abbia visto che purtroppo c'è qualche ministro che pensa che i poveri mangino meglio dei ricchi». Numerosi gli interventi che hanno cercato di rendere giustizia al concetto espresso da Lollobrigida. Tra questi, due meritano di essere ricordati. «Anche stavolta molti capiscono Toma per Roma - ha scritto il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, su Facebook- Lui confronta le diverse abitudini alimentari degli americani rispetto alle nostre e loro "capiscono" invece che stia parlando di reddito di cittadinanza. Senza contare che anche a seguire i loro errati contorcimenti è comunque vero che un piatto povero come la pasta alla norma (pomodoro, melanzane e ricotta salata) è per me più buono e salutare di qualsiasi pietanza costosa. Se vogliono potrei invitare a pranzo Schlein e compagni per fare verificare di persona». A mettere la parola fine alla stucchevole polemica architettata ad hoc dalla sinistra ci ha pensato uno scienziato.

«Il ministro Lollobrigida ha detto una cosa corretta e condivisibile. È vero che negli Usa classi socio economiche più svantaggiate hanno accesso ad alimenti ad altissimo contenuto calorico perché sono in genere quelli che costano meno, sto parlando delle bibite gassate, zuccherate, gli hamburger, le patatine, le merendine. Se tu hai 10 dollari è più facile che ti compri 3 kg di pollo e patatine fritti che non una buona insalata - ha ricordato Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, in una lunga intervista rilasciata all'agenzia di stampa AdnKronos - Se le stesse cose l’avesse dette un ministro del precedente esecutivo sarebbero state prese come oro colato». 

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