Terremoto di Amatrice, cambio di passo per la ricostruzione: il piano di Meloni
Sono trascorsi sette anni dal terremoto che colpì il Centro Italia il 24 agosto 2016. Alle 3.36 il sisma di magnitudo 6 mise in ginocchio i Comuni lungo la Valle del Tronto, tra Amatrice (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Devastante il bilancio: 303 morti, 388 feriti e circa 41mila sfollati. "Purtroppo, la ricostruzione è ancora incompiuta. È una ferita che non si è chiusa e fa ancora male. Oltre quattordicimila famiglie vivono tuttora lontane dalle loro case, molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare. Il Governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri", sottolinea la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che aggiunge: "Molto rimane da fare per rispondere al desiderio dei nostri connazionali di continuare a vivere dove sono nati e cresciuti. L'Appennino centrale è il cuore d'Italia e chi lo vive è un popolo orgoglioso e capace di rialzarsi". E ancora: "Il nostro dovere è sostenere questo percorso di rinascita sociale ed economica con risposte concrete e interventi efficaci. Perché ricostruire i territori colpiti dal terremoto non è solo un obbligo morale delle Istituzioni, ma può rappresentare anche uno straordinario volano per l'economia nazionale. Una sfida enorme ma che, tutti insieme, possiamo vincere".
Oggi sono 7 anni dal terremoto di Amatrice, soldi solo a metà degli interventi
La ferita è ancora aperta. Durante la cerimonia di commemorazione di oggi ad Amatrice, uno dei parenti delle vittime, con indosso una maglietta con la scritta 'Un fondo per le vittime e i loro familiari', sbotta al microfono: "Come ogni anno, da 7 anni ormai, in questo giorno di agosto si apre il festival dei ricordi e delle interviste, delle presenze istituzionali che vengono qui a volerci testimoniare la loro vicinanza e la loro solidarietà. Noi familiari e voi vittime sappiamo che, conclusa questa mezza giornata di full immersion del dolore, tutto ritorna nella routine".
"Nel settimo anniversario del terremoto che ha colpito e devastato il Centro Italia rivolgo il mio commosso ricordo alle oltre 300 vittime, ai loro parenti e ai tanti che in quella tragica notte si ritrovarono senza casa, senza lavoro, senza un parente o un amico. A tutti loro giunga la mia sincera vicinanza", il pensiero del presidente del Senato, Ignazio La Russa. E il vicepremier leghista Matteo Salvini ammette: "Ancora oggi tante famiglie, aziende e Comuni aspettano di tornare alla normalità. Il governo e tutti gli altri attori sono impegnati per portare investimenti mirati e procedure più rapide, e far imboccare ai territori gravemente feriti la strada della rinascita". L'altro vicepremier, l'azzurro Antonio Tajani, quindi, rimarca: "Non mi sono mai sottratto dinanzi alle nostre responsabilità, soprattutto quando ero presidente del Parlamento europeo, cercando di far arrivare ogni risorsa possibile ai cittadini colpiti dal sisma. Dall'inizio di quest'anno siamo finalmente riusciti ad imprimere un cambio di passo per la ricostruzione e i dati sulle erogazioni dei fondi nei primi 6 mesi del 2023 hanno fatto registrare una crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2022. Siamo consapevoli che ancora tanto deve essere fatto".
"Daremo risposte subito". Terremoto di Amatrice, l'impegno di Rocca
Mentre il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, ad Amatrice in occasione della commemorazione del sisma del 2016, riflette: "A sette anni dal terremoto, la ricostruzione (iniziata un anno dopo) è ancora in corso. C'è stata una accentuazione negli ultimi mesi e l'obiettivo del governo è quello di accelerare ulteriormente nelle procedure burocratiche che mal si conciliano con le esigenze di una ricostruzione celere ma sicura. Tenere vivo il ricordo del sisma è un dovere morale verso le centinaia di vittime, ma anche uno stimolo a capire quella lezione: prevenire e ridurre la esposizione alla vulnerabilità del proprio territorio".