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Alluvione in Emilia Romagna, la promessa di Matteo Salvini: primi soldi a settembre

Benedetto Antonelli
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I soldi ci sono. Sono già stati spesi 230 milioni per gli interventi d’urgenza. La maggior parte dei fondi per la ricostruzione post alluvione in Emilia Romagna, però, deve ancora arrivare. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, da giorni attacca il governo sostenendo che nulla è stato fatto. In realtà, per erogare i 4,5 miliardi stanziati dal governo bisogna rispettare un iter procedurale che prevede la sinergia tra i Comuni, la Regione, e struttura commissariale adibita all’emergenza. A chiedere un’accelerazione c’ha pensato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che in occasione del Meeting di Rimini ha raccontato cosa ha detto al commissario Francesco Paolo Figliuolo nella telefonata del giorno prima: «Ieri ho sentito il generale e gli chiesto di accelerare e semplificare al massimo, perché ci sono ancora ottomila famiglie fuori casa per l’alluvione, credo sia un dovere civico far sì che queste famiglie rientrino nelle loro case. A settembre devono essere erogati i primi soldi a Comuni, famiglie e aziende perché non si può aspettare oltre».

A queste dichiarazioni ha replicato Bonaccini: «Noi vogliamo solo collaborare nell’interesse di chi ha perso tutto o quasi tutto. È poco importante chi avrà ragione, chi avrà torto, chi avrà meriti e demeriti, quello che chiediamo è che vi sia la garanzia il prima possibile delle risorse». Toni diversi da quelli di martedì, quando aveva sostenuto che i 4,5 miliardi stanziati non bastano, perché coprirebbero solo la metà dei danni, e che il governo non sta mantenendo le promesse.

È utile fare un passo indietro e andare a vedere altri esempi del passato. Pensiamo alle alluvioni di Forlì del 2018 e del 2019, quando al governo c’erano Renzi prima e Gentiloni dopo: i cittadini hanno visto i primi rimborsi dopo quattro anni. Per il sisma a Ischia del 2017, governo Gentiloni, e la successiva frana del 2022, si calcolano 1,3 miliardi di danni, ma ancora mancano 900 milioni di euro. Ma torniamo al presente. Come detto, il governo ha messo a disposizione 4,5 miliardi. Uno stanziamento iniziale di 1,8 serviva a dare risposte immediate sul territorio e mettere in sicurezza il sistema produttivo. Con il secondo decreto il governo ha poi messo altri 2,7 miliardi di euro per la ricostruzione pubblica e privata, mentre con l’ultimo ha stanziato altri 2,7 miliardi per i risarcimenti urgenti alle aziende.

Nel frattempo il governo ha dato ai cittadini oltre 30 milioni di euro di primi risarcimenti e come ricorda anche la deputata romagnola di FdI Alice Buonguerrieri ha «liquidato 5.700 contribuenti per le autosistemazioni, 18 milioni sono andati in indennità ai lavoratori autonomi, ha erogato 55mila giornate per i lavoratori in cassa integrazione e il commissario Figliuolo sta già erogando 413 milioni per rifondere i Comuni a cui seguiranno ulteriori 700 milioni di euro sempre perla ricostruzione pubblica. Tutto questo- conclude la deputata - testimonia che il governo sta lavorando seriamente e in modo responsabile».

Inoltre, Salvini ha ribadito «di essere in costante contatto con amministratori locali e tecnici sulle condizioni delle infrastrutture, con particolare riferimento alle strade». Dal 5 agosto è infatti terminata la fase gestita dalla Protezione civile che ha avviato il pagamento del contributo di 5mila euro ai cittadini per le opere più immediate alle abitazioni private. Ed è partita la gestione commissariale di Figliuolo. Secondo la legge, però, prima di avviare i pagamenti dovrà redigere e portare in cabina di coordinamento, con le Regioni, il Piano generale degli interventi. Occasione per verificare gli interventi avviati e quelli indicati dagli enti locali.

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