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Migranti, anche il Pd si accorge dell'emergenza: cosa dicevano Bonaccini e Giani

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Luigi Frasca
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Da risorse a problema il passo è breve, almeno per quanto riguarda i sindaci dem. Nelle ultime settimane abbiamo assistito a una sequela di lamentele da parte degli amministratori del Pd che hanno sollevato il «problema migranti». Il primo cittadino di Milano Beppe Sala si mostra da tempo insofferente al tema. «Sul nostro territorio continuano ad arrivare migranti, in modo silenzioso e senza alcun coordinamento tra istituzioni nazionali e regionali aveva denunciato - Siamo preoccupati che la situazione possa sfuggire di mano» temendo che possano crearsi "tensioni sociali". A stretto giro si aggiunse il sindaco di Bergamo Giorgio Gori che inviò una lettera al Viminale per lamentarsi dei 5 milioni di euro che aveva dovuto spendere per i minori non accompagnati. E pochi giorni fa ha dichiarato: «Gli sbarchi fuori controllo, così si alimenta la fabbrica dei clandestini».

 

Capofila della protesta, anche perché responsabile per l’Anci dell’Immigrazione, è Matteo Biffoni sindaco di Prato. «Lo Stato in teoria ci darebbe 100 euro al giorno per ogni minore direttamente sotto la nostra responsabilità; ma spesso questa cifra non basta, perché deve coprire eventuali affitti, se non abbiamo strutture disponibili: e poi gli operatori, i consulenti linguisti, gli psicologi, oltre che il vitto e la garanzia di altri servizi quotidiani».
Dichiarazioni che ha ribadito con forza negli ultimi giorni affermando come sia «tutto saltato, siamo sull'orlo del tracollo» perché «con questi numeri, se ci vengono mandati ancora minori non accompagnati, noi non possiamo garantire che ci siano il rispetto delle condizioni stabilite per legge».

 

Tre settimane fa era stato il governatore toscano Eugenio Giani a rifiutarsi di accogliere 3mila immigrati in arrivo da Lampedusa: «Il criterio scelto dal governo ci penalizza». Ma proprio lui si oppose al commissario straordinario per i migranti definendolo «un approccio poliziesco».

A questi si è aggiunto anche il governatore emiliano Stefano Bonaccini: «C’è il rischio che nelle città arrivino le tendopoli, voglio dirlo chiaramente. Perché servono strutture per accogliere i migranti, e non è un problema di colore politico, ma soprattutto al nord, tutti quelli che amministrano un territorio stanno vedendo arrivare un numero sempre più alto di migranti e così rischi, senza una pianificazione, che ti esploda la protesta o la rabbia sociale e mi auguro ci sia la volontà di discuterne in chiaro del problema. E mi auguro ci sia subito una Conferenza delle Regioni e ci sia un incontro con il governo, perchè così rischiamo una stagione problematica».

Tutto vero, ma allora perché, come ha ricordato il Viminale, sono stati proprio i sindaci e i governatori del Pd a rifiutare lo Stato di emergenza proclamato dal Governo proprio per cercare di dare soluzioni immediate al problema? Lo stesso Bonaccini aveva dichiarato come il «tema dei commissariamenti sia inutile».

Nel frattempo a destra viene accolto con stupore il risveglio del governatore emiliano. Marco Osnato, deputato FdI e presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati, ha evidenziato: «Leggo con stupore le ultime dichiarazioni di Bonaccini. Pur apprezzandone il riveglio da un torpore sinistro, devo dire che arriva ormai fuori tempo. Il pericolo c’è da tanti anni, ma lui se ne accorge solo adesso».

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