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Caso Vannacci, Donzelli: "La sinistra non si autonomini agente morale"

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Il libro "Il mondo al contrario" del generale Roberto Vannacci ha scatenato una vera e propria bufera. Il militare, per la pubblicazione auto-prodotta, è stato prima accusato di razzismo e di omofobia, e poi destituito dal comando dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. La decisione dello Stato Maggiore dell’Esercito è arrivata 24 ore dopo lo scoppio delle polemiche. L’Esercito italiano ha fatto sapere che il generale cesserà domenica 20 agosto il suo incarico di comandante e sarà quindi trasferito in forza extra organica al Comfoter, ovvero il Comando delle Forze Operative Terrestri. Ora è arrivato il commento di Giovanni Donzelli. 

 

 

"L'Esercito, che ha delle giuste regole stringenti, anche su sollecitazione del ministro, ha fatto partire un esame disciplinare. Alcune associazioni hanno pure annunciato esposti e quindi anche la Magistratura dovrà vagliare le parole nel suo libro": così il deputato di Fratelli d'Italia, che ha concesso alcune dichiarazioni all'Ansa, si è espresso sul caso che sta attirando l'attenzione dell'opinione pubblica e dividendo la politica.

 

 

Poi Giovanni Donzelli ha continuato: "Ho letto che al Pd non basta. Ecco, questo lo trovo particolarmente sgradevole. Nessuno ha dato alla sinistra italiana il diritto di autonominarsi censori, agenti morali del politicamente corretto. Non spetta al Pd decidere cosa si può scrivere o non scrivere nei libri".  "In una democrazia liberale non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del Governo né di un Partito di minoranza", ha concluso il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia che, proprio oggi, ha presentato i risultati del primo anno di governo Meloni a Pescara, nell'ambito della campagna "Italia vincente". 

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