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Il Pd strilla sulle accise ma propone nuove tasse sulle emissioni

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Non si stemperano le frizioni tra il governo e le opposizioni sul caro carburanti. L'esposizione dei cartelli con il prezzo medio non sembra scoraggiare la speculazione, visti i molti interventi della Guardia di Finanza. L'ultimo taglio delle accise, che ha abbattuto il costo di circa 30 centesimi al litro, è stato in vigore fino alla fine del 2022 ma si discute sulla possibilità di reintrodurlo. Tra le altre forze politiche, è il Partito Democratico a puntare il dito contro Giorgia Meloni. Secondo il Pd, infatti, il premier non avrebbe tenuto fede alle promesse fatte in campagna elettorale sulle misure per tenere a bada gli aumenti esponenziali ai distributori di benzina. Come riporta Il Giornale, si dimentica, però, un dettaglio importante: il rialzo delle tasse sui carburanti fossili inquinanti, per penalizzarne il consumo, è uno dei punti cardine della strategia di transizione ecologica supportata da Elly Schlein.

 

 

Aumentare le tasse sui carburanti fossili per ostacolarne l'uso è uno degli argomenti per cui tanto di batte il Partito Democratico tanto da averlo inserito nel programma elettorale. In quegli scritti, infatti, si chiedeva "l'adeguamento, a parità di gettito, delle strutture e delle aliquote della tassazione indiretta, in coerenza con lo European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell'accisa, nonché del bollo auto, in funzione degli obiettivi di progressivo azzeramento delle emissioni di CO2".

 

 

Oggi, però, il Pd sembra avere delle amnesie, dato che il deputato Arturo Scotto ha detto: "Chiamiamo le cose con il loro nome: le accise sono la tassa Meloni. Prima ne prometteva l'abolizione integrale. Appena messo piede a Palazzo Chigi ha eliminato il taglio di Draghi. Ora fa dire ai suoi ministri che le accise finanziano il cuneo fiscale. É il gioco delle tre carte". Sebbene sia sempre legittimo esprimere la propria opinione, è conseguenza diretta mettere in luce come ogni partito giustifichi le tasse in base al proprio programma. Il governo ha infatti utilizzato questi fondi "per tagliare due volte il cuneo fiscale" e ha intenzione di farlo ancora con la prossima legge di Bilancio. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. 

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