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Caro benzina, il governo replica al pressing sul taglio delle accise

Un pressing da più fronti incombe sul governo per il taglio delle accise sulla benzina. Dopo il rialzo continuo dei prezzi nelle ultime due settimane, da un lato non si placa la polemica politica dall’altro prende sempre più vigore la voce dei consumatori e dei cittadini che lanciano petizioni in favore di una riduzione delle tasse sui carburanti. Taglio che costerebbe 1 miliardo al mese, quindi 12 miliardi all’anno, secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Risorse che - dice lo stesso Urso - è meglio usare per abbattere il cuneo fiscale. L'unica misura attuata del decreto Trasparenza - attacca il senatore Antonio Misiani, responsabile Economia della segreteria Pd - è «l’obbligo dei cartelli col prezzo medio dei carburanti. Per i risultati di questo intervento suggeriamo al ministro di scendere dalla sua auto blu, andare a fare benzina e chiedere agli altri automobilisti». Il leader di Italia viva Matteo Renzi va dritto: «Il costo della benzina aumenta anche perché il governo Meloni ha aumentato le accise rispetto al governo Draghi. Questa è la verità. E lo ha fatto mentre stanziava 890 milioni di euro a favore delle società di serie A; hanno dato i soldi ai presidenti delle squadre di serie A e li hanno tolti alla classe media».

 

  

 

 

Eppure, Urso difende le scelte fatte, e spiega: «I prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec+ ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. In Italia abbiamo il costo industriale di benzina e diesel più basso d’Europa, molto più di Germania, Francia e Spagna»; l’Europa «dovrebbe giocare anche nel caso dei carburanti un ruolo da protagonista», come per il price cap sul gas. Sulle accise, la posizione è chiara: siccome «costa 1 miliardo al mese, il governo Meloni ha preferito utilizzare quelle risorse per il taglio del cuneo fiscale, per i salari più bassi e le famiglie più numerose». Inoltre, avverte il ministero delle Imprese «i prezzi medi di gasolio e benzina rilevati lungo la rete stradale e autostradale italiana risultano stabili da 3 giorni». Ma, in questi giorni arriva da più fronti la richiesta di tagliare le tasse su benzina e diesel. Alcune petizioni di consumatori e cittadini chiedono al governo di calmierare l’aumento dei prezzi ritenuto ormai «inaccettabile». La petizione di Altroconsumo - che sostanzialmente chiede il ripristino dello sconto sulle accise e l’azzeramento dell’Iva - è già arrivata oltre le 100mila firme (103mila per la precisione). «Il governo - dice Altroconsumo - deve ora intervenire in maniera rapida e senza indugi». Il Codacons - dopo aver già denunciato il ministero dell’Economia «per appropriazione indebita e speculazione da aggiotaggio, con diffida a congelare i 2,2 miliardi di euro di accise incamerati solo nell’ultima settimana» - parla di «ribaltamento della realtà. Il governo deve spiegare agli italiani perché non sono state mantenute le promesse». Anche su "change.org" - dove fioccano le petizioni dei cittadini con l’obiettivo di raggiungere le 50mila sottoscrizioni - si fa riferimento agli incrementi «fino al +35%», che si sommano alle preoccupazioni per «l’energia e l’inflazione».