intervista
Giorgia Meloni rivendica la tassa sugli extraprofitti: sulle banche ho deciso io
Giorgia Meloni rivendica la misura che prevede una tassa sugli extraprofitti delle banche: "Certo che la rifarei", dice in una intervista a Corriere della Sera, Stampa e Repubblica lunedì 14 agosto, "è una iniziativa che ho voluto io perché ritengo che si debba mandare un messaggio rispetto all’idea di uno Stato giusto, che fa le cose che si devono fare senza tempi punitivi. Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio. Con il consistente e prolungato aumento dei tassi da parte della Bce si rischia di penalizzare famiglie e imprese".
La premier Giorgia replica anche alle critiche di aver messo in campo una ’misura socialista': "Chi parla di socialismo ha una concezione distorta del libero mercato. Non ricordo socialisti che tassano le banche, solo socialisti che danno soldi pubblici alle banche". Tajani ha detto ’mai più un simile blitz in Consiglio dei ministri'. Non c’è anche un problema di metodo? "Ci può essere sicuramente una questione di metodo. È più facile intervenire su una misura del genere se la notizia non gira troppo, quindi io mi assumo la responsabilità politica. Tutti i partiti sono sempre estremamente coinvolti, questa è una materia molto particolare e delicata su cui mi sono assunta la responsabilità di intervenire. Ne ho parlato con Antonio", il ministro degli Esteri, spiega ancora Meloni. Giorgetti ha subìto una decisione che non condivideva? "Giorgetti è stato pienamente coinvolto essendo il ministro che scrive il provvedimento. In questo caso non ho fatto le riunioni che generalmente faccio, ma c’era un problema di tempi riguardo a una norma che abbiamo deciso di portare all’ultimo Cdm, sennò sarebbe slittata a settembre". Sulle banche ha prevalso il patto con Salvini? "È una iniziativa che ho assunto io. Punto", ribadisce la premier.
Nella lunghe intervista Meloni torna a rispondere sulle polemiche per i findio dell'alluvione in Emilia-Romagna ("Mi pare che Bonaccini sia molto nervoso e non credo per il tema ricostruzione, ma per le scelte che abbiamo fatto sul commissario"), sulle voci di rimpasto nel governo ("Sono tutte ricostruzioni fantasiose di giornali di gossip. Non ho mai pensato a un rimpasto di governo") e sul salario minimo: "Io non mando la palla in tribuna. Ho presentato una proposta precisa dando al Cnel 60 giorni prima della legge di Bilancio per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero, che magari per alcune categorie può prevedere anche il tema del salario minimo".