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Salario minimo, Calenda: "Incontro con molta tecnica". E su Meloni ammette: "Preparata"

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Sessanta giorni, di qui alla manovra, per trovare "soluzioni efficaci" e "insieme". Questo è quanto emerso dopo il vertice sul salario minimo a Palazzo Chigi tra il premier Giorgia Meloni e i leader delle opposizioni. Il Presidente del Consiglio, che non crede che la misura possa risolvere il problema dei salari bassi e del lavoro povero, ha rilanciato proponendo di dare al Cnel la regia di un lavoro approfondito per arrivare a una proposta di legge "che affronti una materia così ampia nelle sue complessità". Il faccia a faccia di ieri è stato commentato da Carlo Calenda, che ha rilasciato un'intervista a La Stampa. 

 

 

"È stato un incontro importante, molto importante. Nessuno ha sbattuto la porta in faccia agli altri. Sul salario minimo la presidente del Consiglio ha fatto rilievi solo di merito e noi abbiamo risposto nel merito. Una discussione tra persone adulte. Mi conceda la battuta: sembrava una riunione tra direttori generali dei ministeri perché c'è stata molta tecnica, molto merito e nessuna pregiudiziale ideologica", ha detto il leader di Azione, smentendo quindi quanto raccontato da alcuni esponenti della sinistra.

 

 

"Non è assolutamente detto che si riesca a chiudere sul salario minimo, ma siamo all'inizio di un metodo importante, che può farci fare molti passi avanti", ha continuato. È stato poi fatto notare a Calenda che, all'uscita da Palazzo Chigi, sia Schlein che Conte non sono sembrati del suo stesso parere. Il leader di Azione ha spiegato: "Credo che tutti dobbiamo avere la capacità di entrare nella testa degli altri, di colleghi che ripetendo ogni giorno "il governo è fascista", hanno più problemi di me a sedersi attorno a un tavolo assieme alla presidente del Consiglio. Io li capisco ma so che siamo stati tutti d'accordo sull'atteggiamento tenuto durante la riunione". 

 

 

Per concludere Carlo Calenda ha espresso la sua opinione sull'operato di Giorgia Meloni: "Ho fatto due incontri ufficiali con lei. Mi sembra che si presenti sempre preparata. Conosce i dossier. In questo caso è stata molto circostanziata, non ha portato argomenti vaghi o ideologici. Poi, ripeto, la politica è fatta di tante incognite ma cos'è la politica se non cercare una strada per far accadere qualcosa, senza prendersi a sportellate?", ha ammesso. 

 

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