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Salario minimo, Meloni lascia la sinistra di stucco: base comune verso proposta condivisa
Mano tesa alle opposizioni. Giorgia Meloni, in una lettera al Corriere della Sera, all’indomani dell’incontro a palazzo Chigi con gli “avversari” politici, non chiude la porta al salario minimo: “Ho proposto alle opposizioni di avviare un serio confronto nella sede preposta a farlo per Costituzione e cioè il Cnel. Un confronto celere, da concludersi in 6’ giorni con una proposta concreta sul tema del ‘lavoro povero’, non solo sul salario minimo. Con questo metodo e una tabella di marcia certa, possiamo arrivare prima della legge di Bilancio a una proposta di legge condivisa con le parti sociali, un testo efficace, basato su dati reali, che possa veramente rispondere a chi cerca un lavoro e a chi ce l’ha ma non è sufficiente per una vita dignitosa”.
“Il governo fin dal suo insediamento ha dimostrato che la priorità della sua azione è la difesa dei salari e del reddito degli italiani”, ricorda il presidente del Consiglio. “Abbiamo dedicato gran parte delle risorse disponibili al taglio del cuneo fiscale e a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie. E sarà questa la linea che seguiremo nella prossima legge di bilancio, alla quale stiamo già lavorando. Ogni proposta che va in questa direzione, quella del reddito e del lavoro, del merito e della equità, trova il nostro ascolto, non abbiamo pregiudizi ideologici, siamo pragmatici” le parole di Meloni, che prosegue così: “Con questa bussola ci siamo confrontati ieri a Palazzo Chigi con i rappresentanti dei partiti dell’opposizione sulla loro proposta di salario minimo. Credo sia un segno di grande rispetto, sono soddisfatta del confronto, è stato rispettoso e costruttivo primo perché c’è una base comune dalla quale partire: tutti condividiamo la finalità di tutelare i lavoratori e chiudere una lunghissima era di salari bassi che oggi sono sforbiciati dall’inflazione”.
“Sulla strada da seguire per centrare l’obiettivo ci sono delle divergenze”, spiega ancora la leader di Fratelli d’Italia, “da parte mia ho ribadito che la strada maestra per alzare i redditi è quella di una nazione che torna a crescere”, e il governo, ricorda ancora Meloni, ha iniziato a farlo e “i dati sono positivi. Ma ben vengano ulteriori iniziative che rafforzino questa tendenza. La svolta è il salario minimo? Molte forze sindacali e tanti esperti di lavoro nutrono delle perplessità. Il timore è che il salario minimo possa diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo per i lavoratori, andando così per paradosso a peggiorare la condizione di molti lavoratori. Sono dubbi che condivido, ma ripeto, non ho preclusioni ideologiche, la mia è solo la doverosa preoccupazione di non intervenire su una materia così delicata senza la certezza di aver vagliato tutti i pro e contro”.