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De Angelis, la manifestazione del Pd per le dimissioni è un flop completo

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Doveva essere una grande manifestazione di protesta, si è dimostrata invece un vero flop. Ieri mattina, davanti alla sede della Regione Lazio per chiedere le dimissioni di Marcello De Angelis, portavoce del governatore nella bufera dopo il suo post sulla strage di Bologna, c’erano poche decine di persone. Tutti esponenti del Pd, mentre mancavano i Cinque Stelle, Azione e Italia Viva. Mancava anche Alessio D’Amato, ex Pd, che nel ’95 votò proprio alla Regione una mozione che chiedeva di approfondire le indagini sulla strage di Bologna dopo la condanna di Mambro, Fioravanti e Ciavardini. I partecipanti al sit-in hanno esposto un lungo striscione con scritto «Dimissioni».

 

 

«Pensiamo che De Angelis si debba dimettere non perché pensiamo che chi ha sbagliato non abbia diritto a riscattarsi, ma per le sue dichiarazioni nel presente. C’è un problema di rapporto con la storia, non vorrei che qualcuno a livello nazionale pensi che c’è una storia d’Italia da riscrivere dal punto di vista dell’estrema destra», afferma Enzo Foschi, segretario del Pd della Capitale. «Pensavamo - aggiunge - che la presidente del Consiglio capisse la gravità di queste dichiarazioni e che per il ruolo che ricopre, prendesse una posizione netta che invece non c’è stata, e questo è il segno dell’ambiguità con la quale anche la Meloni su questi temi tende a comportarsi». Intanto il 1 settembre la conferenza dei capigruppo ha stabilito che si terrà il Consiglio straordinario che discuterà della vicenda di Marcello De Angelis. In quella occasione dovrebbe essere presente in aula anche il presidente Francesco Rocca.

 

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