Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Salario minimo, Meloni chiude la porta alla sinistra: “Rischia di essere controproducente”

  • a
  • a
  • a

Si annuncia in salita l'incontro tra Giorgia Meloni e i leader delle opposizioni in calendario per venerdì pomeriggio a palazzo Chigi. A cristallizzare le distanze emerse già nelle ultime settimane sono le parole del premier. "In Italia c'è un serio problema di livelli salariali bassi", ammette la leader di Fratelli d’Italia in un video della rubrica 'Gli appunti di Giorgia', ma poi attacca la proposta-bandiera delle minoranze: "Il paradosso è che il salario minimo potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo" rispetto alla contrattazione collettiva, "con il risultato di peggiorare per paradosso il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe. Titolo accattivante ma risultato che rischia di essere controproducente", sintetizza. La rotta, insomma, sembra già tracciata. Venerdì - all'incontro oltre al premier saranno presenti i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari - "apriremo il confronto con le opposizioni e capiremo se c'è il margine per presentare insieme una proposta seria e condivisa e che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri", spiega Meloni, che poi difende la scelta fatta sul reddito di cittadinanza: "Il governo non intende tornare sui suoi passi - assicura - il nostro grande obiettivo rimane quello di passare dal reddito di cittadinanza al reddito di occupazione".

 

 

Dalle parti dell'opposizione non la prendono bene. "Qual è la strategia di Meloni? Prima convoca l'incontro e poi cerca l'incidente per farlo saltare?", si domandano sarcasticamente dal Pd. Meloni "ribadisce di essere contraria al salario minimo legale, utilizzando argomentazioni infondate e risibili per giustificare questa sua pervicacia. Su tutte, quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, che dimostra come Meloni non abbia letto neppure una riga della nostra proposta", attacca Giuseppe Conte. "A questo punto si comprende come l'incontro di venerdì a Chigi si preannunci in salita. Il Governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi. Non ci fermiamo. Vorrà dire che nel corso dell'incontro proverò a spiegare come stanno le cose con dei grafici", ironizza.

 

 

"Le dichiarazioni di Giorgia Meloni dimostrano che non ha letto la nostra proposta - gli fa eco dal Pd Arturo Scotto - Il salario minimo va fatto per legge, nessuno deve lavorare sotto i 9 euro l'ora e la contrattazione collettiva va rafforzata. Questo c'è scritto nel testo e questo le ribadiremo con forza a Palazzo Chigi". "Il video della Meloni sembra una provocazione - dicono sicuri Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni -. Se la presidente Meloni ha convocato in pompa magna le opposizioni per ribadire il suo no alla legge sul salario minimo allora - proseguono Fratoianni e Bonelli - la domanda sorge spontanea. Cosa ci ha convocato a fare?". "Dopo le parole di Giorgia Meloni, che sul salario minimo ha ribadito con rigidità le sue posizioni, mi chiedo che senso abbia l'incontro di venerdì con le opposizioni a Palazzo Chigi - fa eco su Twitter il segretario di Più Europa Riccardo Magi - Se c'è la volontà di aprire alla nostra proposta bene, altrimenti non regaleremo a questo governo una passerella per poter dire 'guarda quanto siamo bravi'". Differenti i toni usati da Carlo Calenda: "Sarebbe utile tenere i toni bassi prima dell'incontro - mette nero su bianco il leader di Azione - Capisco che sedersi intorno ad un tavolo insieme, senza pregiudizi e preconcetti, è per tutti difficile. Capisco che la tentazione di restare chiusi nelle rispettive trincee è rassicurante. Comprendo che 'l'area di conforto' della politica è lo scontro e non l'incontro. Ma cercare un accordo è un atto di responsabilità nei confronti del Paese e di 3,5 milioni di lavoratori poveri. Proviamoci con buona volontà".

 

Dai blog