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Taxi pronti alla protesta contro il governo: non coinvolti sul nuovo decreto

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Luigi Frasca
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Sarà un consiglio dei ministri particolarmente ricco di misure quello di domani. Nel decreto omnibus figurano innanzitutto gli interventi per affrontare la situazione della scarsità di taxi nelle città. Nel testo si prevede che per incrementare l’offerta i comuni «possono rilasciare, in via sperimentale, a titolo gratuito o a titolo oneroso, licenze aggiuntive per l’esercizio del servizio di taxi per fronteggiare uno straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi o a flussi di presenze turistiche superiori alla media stagionale». «Le licenze - spiega ancora il testo - possono essere rilasciate esclusivamente in favore dei soggetti già titolari di licenze per l’esercizio del servizio di taxi».

 

 

Ma gli autisti delle auto bianche non si fidano e minacciano azioni di protesta. «Dobbiamo purtroppo constatare che a poche ore dalla presentazione in Consiglio dei Ministri di una misura d’urgenza relativa al settore taxi, programmato per il prossimo lunedì, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria non hanno ancora ricevuto alcun testo ufficiale, su cui avviare delle riflessioni e avanzare possibili proposte», contestano i sindacati.

 

 

«Non abbiamo condiviso fin dall’inizio l’approccio utilizzato per affrontare il problema di una carenza di offerta del servizio che a nostro avviso non è di natura strutturale, ma dettato prevalentemente da un rimbalzo di presenze turistiche post Covid, che già tende ad affievolirsi, e ora non comprendiamo perché nonostante le rassicurazioni fornite negli incontri già svolti, non sia arrivato alle rappresentanze sindacale alcun tipo di documento. È necessario che il confronto auspicato dallo stesso Governo, non sia di facciata, ma concreto e realizzabile prima della conclusione dell’iter legislativo. Diversamente, come sindacati di rappresentanza saremmo necessariamente costretti a ricorrere a tutte le forme rivendicative costituzionalmente previste a tutela dei legittimi interessi degli operatori del comparto», la levata di scudi.

 

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