Fisco, via libera definitivo alla delega. Meloni: provvedimento storico
Via libera definitivo della Camera al disegno di legge delega al governo per la riforma fiscale. Il testo, l'ultimo licenziato dal Parlamento prima della pausa estiva - è stato approvato a larga maggioranza dall'assemblea di Montecitorio, con il voto favorevole di tutto il centrodestra e, in controtendenza rispetto alle altre opposizioni, anche dal gruppo Azione-Italia Viva. "Sono molto soddisfatta dell'approvazione in via definitiva in Parlamento della delega fiscale. Una riforma strutturale e organica, che incarna una chiara visione di sviluppo e crescita e che l'Italia aspettava da cinquant'anni", è stato il commento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Meno tasse su famiglie e imprese, un fisco più giusto e più equo, più soldi in busta paga e tasse più basse per chi assume e investe in Italia, procedimenti più semplici e veloci. Sono alcuni dei principi di un provvedimento storico che rivoluzionerà il rapporto tra Fisco, cittadini e imprese", ha aggiunto l'inquilina di Palazzo Chigi. Che poi ha assicurato: "Il Governo lavorerà per attuare concretamente con i decreti attuativi". La riforma fiscale è "un impegno preso con i cittadini che oggi abbiamo onorato, nell'interesse dell'Italia". E di "scelta che va nella direzione di imprese e cittadini per pagare meno tasse e per avere un sistema più efficiente" ha parlato il vicepremier Antonio Tajani, secondo cui si mantengono "gli impegni della campagna elettorale di ridurre il fardello fiscale e il fardello burocratico".
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Il provvedimento, approvato oggi in terza lettura, si compone di 23 articoli distribuiti in 5 titoli. La parte più ampia riguarda le imposte sui redditi, l'Iva e l'Irap. In termini generali, all'articolo 5 "si dispone la revisione e la graduale riduzione dell'Irpef, nel rispetto del principio di progressività e tendenzialmente e gradualmente diretto al raggiungimento di un'aliquota unica". Nel corso dell'esame alla Camera sono state introdotte alcune specificazioni, come ad esempio un esplicito riferimento al principio di progressività), mentre al Senato sono stati precisati i principi di autonomia finanziaria degli Enti territoriali. Dalla data di entrata in vigore della legge, il governo avrà 24 mesi di tempo per redigere i decreti attuativi, attenendosi ai principi generali di "stimolo della crescita economica e alla natalità, prevenzione e riduzione dell'evasione e dell'elusione fiscale attraverso l'aumento dell'efficienza della struttura dei tributi e la riduzione del carico fiscale, razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario e revisione degli adempimenti dichiarativi e di versamento per i contribuenti". "L'ascensore sociale - ha spiegato il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo - lo realizziamo venendo incontro ai giovani, alle famiglie, ai disabili. Ma non abbiamo dimenticato il mondo del lavoro dipendente. Come? Pensando a rendere analiticamente deducibili certe spese - come per mobilità e formazione - ed elevando il tetto dei fringe benefit. Al tempo stesso abbiamo ritenuto meritevole di attenzione una detassazione degli straordinari", della tredicesima e dei premi di produttività".
Delega Fiscale, arriva ok definitivo dalla Camera
Di segno totalmente opposto il giudizio della segretaria Pd, Elly Schlein, che ha bollato il testo come una serie di "mirabolanti promesse di riduzioni fiscali" che "si tradurranno invece in regali sostanziali per alcuni e piccoli sconti per altri". Per Schlein, insomma, "la bussola non è un fisco giusto, ma la distribuzione di privilegi corporativi". Nella legge, "non sono evidenziati i costi e le coperture degli interventi per riuscire a ridurre le tasse e così facendo - ha rimarcato il dem Virginio Merola - si apre la strada a tagli della spesa pubblica che contrasteremo con tutte le nostre forze". Dura anche Enrica Alifano del Movimento 5 Stelle, secondo cui "il leit motiv di questa legge è proprio l'iniquità. Dalla riduzione del numero degli scaglioni Irpef alla tendenza alla flat tax, credo non ci sia nulla di più iniquo". "No a una delega in bianco per la flat tax" anche da +Europa, mentre ha confermato il 'Sì' già espresso al Senato il gruppo di Azione-Iv: "Questa delega - ha motivato Luigi Marattin - ricalca in toto il lavoro parlamentare fatto nella scorsa legislatura, poi confluito nella delega Draghi. Ora però - ha avvertito il renziano - inizia la fase di attuazione. E non vorrei che si attuasse solo la parte che non costa".