Vitalizi, Fassino e la polemica sullo stipendio: “Non è un gran guadagno"
Si è presentato in Aula sventolando il cedolino dello stipendio da parlamentare Piero Fassino, poco prima di votare il Bilancio interno della Camera. Il deputato del Pd, ex segretario dei Ds, nel corso del dibattito aveva anche dichiarato il suo no all’Odg di Fratelli d’Italia e del M5s sullo stop ai vitalizi parlando di «demagogia e populismo». «Un luogo comune è che i parlamentari godano di stipendi d’oro, qui ho il cedolino di luglio 2023, è uguale per tutti - ha spiegato Fassino -. Risulta che l’indennità lorda è di 10.435 euro, da cui giustamente vengono defalcati l’Irpef, l’assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati che è di 1000 euro, le addizionali regionali e comunali».
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Fassino, che ha anche annunciato la sua astensione sul voto al Bilancio, ha proseguito: «Fatti questi giusti prelievi, l’indennità netta dei deputati è di 4718 euro al mese. Va bene? Sì. L’unica cosa che chiedo è che quando sento dire che i deputati godono di stipendi doro dico non è vero, perché 4718 euro al mese sono una buona indennità ma non sono uno stipendio d’oro».
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L’aula della Camera ha poi approvato, con 240 sì, 5 no e 25 astenuti. Un voto arrivato dopo una accesa discussione soprattutto tra i gruppi di FdI e del M5s, che aveva presentato un altro Odg dal contenuto analogo. «Si fa chiarezza dopo le consapevoli menzogne di Conte e del M5s - ha esordito Giovanni Donzelli, FdI-. Non è il governo a ripristinare i vitalizi, Conte è professore di diritto e dovrebbe saperlo, c’è stato il voto contrario di FdI e il sì di Grassi, del M5s. Oggi arriva la verità». Immediata la replica di Francesco Silvestri, del M5s: «Donzelli attacca il Movimento su un ordine del giorno che chiede il mantenimento una cosa che ha fatto il M5s, paradossale. L’atto di Foti richiama la delibera Fico...». Lo stesso Foti ha poi chiarito: «Il primo intervento sui vitalizi è stato fatto in una legislatura in cui i presidenti di Camera e Senato erano del centrodestra. Questo è un Odg che promana da una storia, è chiaro. Conte gioca».
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Fassino ha poi voluto chiarire la situazione ulteriormente: «A fronte di reazioni seguite al mio intervento di oggi alla Camera, ad ulteriore chiarificazione ribadisco che, detratte dall'indennità lorda i prelievi fiscali nazionali e locali e la quota previdenziale, l'indennità netta mensile che ogni deputato percepisce è di 4.718 euro. E' certamente una buona indennità, ma non corrispondente alle cifre astronomiche spesso diffuse. Ad ogni deputato - dice Fassino - è poi corrisposto un Fondo per l'attività parlamentare di 3.610 euro che, per quel che mi riguarda, utilizzo interamente per i compensi ai miei due collaboratori parlamentari. Ogni deputato infine riceve una diaria mensile di 3.500 euro che, per quel che mi riguarda, devolvo al Pd nazionale e veneto in misura di 2.500 euro per il sostegno alle attività politiche, utilizzando i restanti 1.000 euro a copertura delle spese per l'attività parlamentare (abbonamenti, trasferte e iniziative). Come si può desumere da questo puntuale e verificabile rendiconto - conclude il deputato Pd - le risorse che riceve un deputato non rappresentano una indebita forma di arricchimento, ma sostegno all'attività politica e parlamentare».