Camera, stretta light sul dress code: saltano l'obbligo di cravatta e il divieto sulle scarpe da ginnastica
«Così ci siamo complicati la vita, non voglio essere nei panni di chi dovrà decidere se l’abbigliamento di chi entra alla Camera è adeguato o no». In Transatlantico qualcuno - un deputato - usa una metafora («essere nei panni di») ma non si nasconde che il via libera all’ordine del giorno sul dress code a Montecitorio sarà una ‘piccola’ grana. Intanto per i Questori Paolo Trancassini (Fdi), Alessandro Benvenuto (Lega) e il pentastellato Filippo Scerra che dovranno ‘normare’ l’impegno all’abbigliamento decoroso nel Palazzo. L’Aula questa mattina ha votato la versione light della proposta relativa «al rispetto del decoro formale» del meloniano Salvatore Caiata, ex del M5S poi passato con il partito di Giorgia Meloni.
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Non è più presente il riferimento nel testo al «divieto indistinto per chiunque - parlamentare, collaboratore, dipendente o visitatore - dell’utilizzo di scarpe da ginnastica ogni qualvolta acceda nelle sedi della Camera» e «l’obbligo per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatori di sesso maschile di indossare sempre la cravatta». L’ordine del giorno uscito alla fine dall’ufficio di presidenza e oggi approvato impegna la Camera «a valutare l’opportunità di introdurre specifiche disposizioni volte a prevedere che l’abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti gli altri frequentatori delle sedi della Camera sia consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell’Istituzione».
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Una nuova formulazione che omette riferimenti a scarpe da tennis e a cravatte, ma che non lascia tranquilli i questori che dovranno decidere le regole, creando ex novo un decalogo su ciò che è permesso indossare e ciò che dovrà restare nel guardaroba di casa. Una decisione che arriverà nei prossimi mesi, ma che giù qualche grattacapo lo crea. Tra le ipotesi in campo, a quanto si capisce, due sono quelle con più chance per risolvere il rebus. La prima è guardare al Senato e adeguarsi, introducendo l’obbligo di cravatta per gli uomini, non mancando di sottolineare la necessità per tutti di un «abbigliamento consono» e niente di più. Oppure, ma su questo si stanno cercando contatti internazionali, cercare di adattare il regolamento che altri parlamenti, anche in Europa, hanno adottato, con tanto di regole scritte. Mode e clima nazionale permettendo.
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