il caso

Caso Saviano in Rai, il Pd è disperato. Cosa chiedono i dem ai vertici di viale Mazzini

Christian Campigli

Nessuno tocchi Saviano. Il Partito Democratico, in drammatica crisi di consensi (di poco sopra il 19%, secondo l'ultimo sondaggio del Tg7), di leadership e di idee, ritrova compattezza intorno allo scrittore che, da anni, spara a zero sul centrodestra. Spesso pagato con i soldi (pubblici) destinati agli autori, ai presentatori e ai giornalisti che lavorano in Rai. La recente querelle su "Insider" si autogenera di una nuova, stucchevole puntata. "Nei giorni scorsi abbiamo appreso dagli organi di informazione, a seguito di proteste da parte di parlamentari di maggioranza, che il programma dello scrittore-giornalista Roberto Saviano, "Insider, faccia a faccia col crimine", di 4 puntate, già registrate e previste per novembre su Rai3, non sarà mandato in onda".

 

  

 

 

Musica e parole dei parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai che hanno presentato una interrogazione in tal proposito. "Noi chiediamo con forza che la Rai possa rivedere questa decisione per due ordini di motivi: il primo riguarda la rilevanza del programma di Saviano in merito all’argomento trattato il contrasto alla mafia e quindi non permettiamo che vi possano essere ingerenze da parte della politica a discapito del pluralismo e della promozione della cultura e dei valori della legalità". E perché non inserire, in un simile delirio di politicamente corretto, qualche termine in latino? "In secundis riteniamo che, se il programma era già in palinsesto, questo taglio comporterebbe un costo per la Rai anche in relazione alla vendita degli spazi pubblicitari, creando un vero e proprio danno erariale. Auspichiamo quindi che la dirigenza della Rai possa ascoltare e accogliere le nostre istanze". Una diatriba noiosa, diventata, però, vitale per il Partito Democratico. L'ennesima, plastica dimostrazione della distanza siderale dei Dem dagli Italiani. E, soprattutto, dai loro reali bisogni.