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Toscana, il blitz Pd su congedo ai consiglieri finisce male. Iv: "La dignità..."

Christian Campigli
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Che avere un figlio in Italia sia una vera è propria impresa (soprattutto a livello economico) è del tutto evidente. Che bonus, flessibilità lavorativa e aiuti siano insufficiente è palese. Che, per modificare questa tendenze, si debba partire da una categoria tra le piu fortunate e ricche è un'assurdità conclamata. Il Consiglio Regionale Toscano è stato il teatro dell'ennesima spaccatura tra il Pd, sempre più partito della Casta e Italia Viva. Al centro della contesa, la proposta di introdurre il congedo di paternità obbligatorio per i consiglieri regionali e per gli assessori. Non per operai o impiegati, per precari o per cassintegrati. Per eletti e assessori. Persone cioè con stipendi di (almeno) settemila euro mensili.

 

Un'idea che è stata immediatamente bocciata dal Capogruppo di Italia Viva e Vicepresidente del Consiglio Regionale, Stefano Scaramelli. "Alcune battaglie in politica si possono vincere, altre perdere, ma mai perdere la dignità - ha scritto sulla propria pagina Facebook l'esponente renziano - Oggi in Consiglio Regionale della Toscana grazie alla mia opposizione e a quella del collega Stella siamo riusciti a non far votare un testo di legge a dir poco surreale. I colleghi del PD avrebbero voluto introdurre il congedo di paternità obbligatorio per i consiglieri regionali e per gli assessori. Avere un figlio è un grande dono della vita. Abbinare questa circostanza al diritto di riscuotere un gettone di presenza pur in assenza dai lavori di un Consiglio, di una Commissione o della Giunta era ed è un assurdo. La nostra contrarietà ha bloccato, almeno per adesso, il provvedimento". Vista la mala parata e per evitare la conta, il Pd ha prontamente rimandato la proposta in commissione. Nel silenzio, dai banchi dei dem si è levata una voce femminile. "Te l'avevo detto che era una ca***ta".

 

Perentorio anche il no convinto di Marco Stella. Intervenendo in aula, il capogruppo di Forza Italia è partito da una situazione personale vissuta negli ultimi anni: "Io ho fatto chemioterapia per 6 mesi, quattro anni fa, e poi a dicembre scorso mi sono dovuto operare nuovamente. E' chiaro che in questi momenti non ho potuto prendere parte ai lavori d'aula e ai lavori di commissione, dove risultavo assente. Credo sia evidente che è impensabile che un consigliere o un assessore possa risultare fisicamente assente ma formalmente presente, in base a questa proposta di legge, e ad esempio non sia lo stesso per chi è malato o fa chemioterapia. In generale introdurre il congedo di paternità obbligatorio per i consiglieri regionali e per gli assessori e dare loro diritto di riscuotere un gettone di presenza pur in assenza dai lavori nelle sedi istituzionali, è un assurdo e per questo mi sono opposto e mi opporrò a questa legge".

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