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Pnrr, il governo cambia il piano. Soldi su ecobonus e asili

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Pietro De Leo
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Cosa entra e cosa esce, tra i progetti, in questa revisione progettuale del Pnrr al centro del tavolo nella cabina di regia di Palazzo Chigi? Gli investimenti e le riforme che vengono modificati sono 144. Le misure definanziate, per poi essere dirottate su altri tipi di fondi europei, valgono 15,9 miliardi.

ASILI NIDO Una rafforzamento della misura di ulteriori 900 milioni. La misura, ha spiegato il ministro Raffaele Fitto «è stata penalizzata dall’incremento dei costi delle materie prime e da criticità emerse nei vari bandi». Da qui la necessità di irrobustire la dotazione. Queste nuove risorse, ha detto ancora Fitto, serviranno «per indire un nuovo bando e per conseguire il target finale, in linea con gli orientamenti della Commissione».

ECOBONUS Un resumè informativo diffuso nella conferenza stampa di ieri definisce quello sul tema «uno dei punti più qualificanti del piano RepowerEU». Lo strumento dell’Ecobonus sarà «dedicato espressamente alle abitazioni private». Ci sarà una dotazione di 4 miliardi di euro «in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni e si basa sulle consuete detrazioni fiscali». A differenza del passato, però, «con vincoli stringenti che renderanno disponibili solo alle fasce a basso reddito».

TRASPORTI Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ieri, ha sottolineato che gli oltre 39 miliardi di risorse rivolti alle infrastrutture e ai sistemi di trasporto saranno spesi per intero. Tuttavia, ci sono alcune rimodulazioni. Vengono tirati fuori dalla scadenza del 2026 la tratta ferroviaria Roma-Pescara, oltre a due lotti della Palermo-Catania e una parte degli Miliardi La cifra che viene definanziata e che riguarda i 144 progetti ritenuti non attuabili nel contesto del Pnrr sostenere le imprese negli investimenti necessari a realizzare progetti di transizione ecologica e digitale; il supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo e alle filiere strategiche per le net zero technolgies, consistente concessione di incentivi alle imprese tramite strumenti di finanziamento esistenti sia per investimenti per la decarbonizzazione dei processi produttivi sia per il supporto alle filiere più strategiche per la produzione di tecnologie verdi. E ancora la Nuova Sabatini green, per sostenere le Pmi nell’acquisto di impianti e tecnologie digitali che consentano la produzione diretta di energia da rinnovabili, nell’ambito di programmi di investimento per migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e/o dei processi produttivi; il credito d’imposta per l’autoconsumo di energia da rinnovabili, per sostenere gli investimenti in impianti - e tecnologie digitali - per la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, il quale potrebbe essere nel negoziato europeo assorbito all'interno di Transizione 5.0.

RISCHIO IDROGEOLOGICO La cabina di regia, fra le modifiche, propone il definanziamento delle misure per il contrasto al rischio idrogeologico, in quanto sono «progetti in essere». Nello specifico, «si tratta di interventi precedenti all’entrata in vigore del nuovo impianto normativo e pianificatorio introdotto dall’attuazione della Riforma M2C4 2.1 "Semplificazione e accelerazione delle procedure per l’attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico" e dal Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici».

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