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L'allarme del ministro Musumeci: "L'Europa non ci dà gli aerei per spegnere gli incendi"

Edoardo Romagnoli
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«Non è possibile mendicare i Canadair. L’Europa ricca e opulenta da un lato ci chiede l’efficientamento energetico ponendo limiti temporali all’abbattimento delle emissioni, dall’altro non ha una flotta aerea degna di questo nome». Il ministro perla Protezione civile e per le Politiche del mare Nello Musumeci è intervenuto alla Camera dei Deputati per una informativa sulla situazione del maltempo al Nord e gli incendi al Sud evidenziando l’urgenza che l’Unione europea si doti di sufficienti velivoli per spegnere gli incendi. Ma non solo. «Credo che al netto di ogni sciocco negazionismo, bisogna finalmente prendere atto che questa nazione, fragile e vulnerabile, ha bisogno di una buona cura per poter essere nelle condizioni di affrontare eventi che sarebbe improprio ed errato considerare ancora eccezionali. La tropicalizzazione ha investito pienamente il territorio italiano e sappiamo di dover fare i conti con questa realtà, oggi e domani». Il maltempo e gli incendi che nei giorni scorsi hanno investito il Paese, dal settentrione al meridione, deve «invitare governo e Parlamento a una serena riflessione». Un appello all’unità che non è stato raccolto da tutte le opposizioni.

Ministro cosa ne pensa dall’atteggiamento della minoranza in risposta al suo appello?
«La politica si può fare per moda o con stile. Lo spettacolo offerto dalle opposizioni, non tutte per la verità, parla da sè.
Sarebbe stato facile per noi chiedere cosa è stato fatto in questi 11 anni di governi di sinistra.
Invece, con stile, ho invitato le opposizioni a un confronto sereno; ma quando non si hanno idee si risponde con le polemiche.De resto, se avessero avuto idee le avrebbero messe in campo quando erano al governo».

Come si sta evolvendo la situazione? Siamo ancora in fase emergenziale?
«Dobbiamo rimanere guardinghi, tanto al nord quanto al sud, il clima muta con facilità. Il rischio zero non esiste ma non c’è dubbio che paghiamo decenni di mancata programmazione, di impegni non mantenuti. Certo è che, in alcune aree, la situazione è in netto miglioramento: basti pensare che in provincia di Catania, nell’area pedemontana etnea, da 40 mila utenze senza corrente elettrica ora ce ne sono meno di 15 mila».

Durante la sua informativa ha ricordato come ci siano miliardi a disposizione delle Regioni e delle Province autonome per la messa in sicurezza dei territori che però non sono stati spesi. Qual è il motivo?
«La messa in sicurezza del territorio non viene percepita come una priorità. Non c’è la cultura della prevenzione. Mentre il governo, come spiegato anche ieri dal presidente del Consiglio, ha messo la cura del territorio fra le priorità della sua agenda».

Fra le prove dell’assenza di una cultura della prevenzione nel nostroPaese c’è sicuramente il fascicolo del fabbricato.
«È necessario capire perché sia diventato un argomento tabù. Bisogna dirlo non con coraggio ma con grande franchezza. Tutti abbiamo il dovere di capire cosa fare in una nazione che per oltre il 50% è costruita su terreno a rischio sismico. Molti rifiutano la classificazione del rischio sismico sul proprio immobile per paura che perda valore. Ma la vita umana non ha più valore? Vale meno di qualche decina di migliaia di euro?».

Durante questi giorni difficili l’Italia ha chiesto a Bruxelles due Canadair per riuscire a rispondere alle continue chiamate di emergenze, ma l’Europa ce lo ha negato. Cosa ne pensa?

«Ha detto no perché i velivoli erano tutti impegnati nel Continente a spegnere incendi. Non è possibile mendicare canadair all’Unione. L’Europa ricca e opulenta da un lato ci chiede l’efficientamento energetico, ponendo limiti temporali all’abbattimento delle emissioni, ma dall’altro non ha una flotta aerea degna di questo nome. Nel frattempo in Europa bruciano centinaia di migliaia di ettari di bosco».

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