Meloni, missione compiuta. Perché il legame Italia-Usa oggi è più forte
Prima la visita al cimitero militare di Arlington, al di là del Potomac, e l'omaggio al Milite ignoto e ai sepolti italiani. Poi, il colpo ad effetto dell'incontro con l'ex segretario di Stato Usa, Henry Kissinger - "è stato un privilegio e un onore dialogare con lui sui temi della contemporaneità". Infine, il ricevimento a Villa Firenze, residenza dell'ambasciatrice italiana. Si è conclusa così la seconda e ultima giornata ufficiale della visita di Giorgia Meloni a Washington, la prima in veste di premier. Il "forte" legame tra Italia e Stati Uniti "attraversa i governi" e "rimane solido a prescindere dal loro colore politico", aveva detto giovedì la premier nelle battute con presidente Joe Biden che hanno preceduto il faccia a faccia nello Studio Ovale della Casa Bianca. In precedenza, Meloni aveva fatto visita al Congresso, dove aveva avuto incontri bipartisan con i leader dei due partiti, compreso lo speaker della Camera, Kevin McCarthy. E certamente, il legame tra Washington e Roma è uscito rafforzato da questa visita, che ha visto confermato il grande allineamento tra i due Paesi sui temi di comune interesse strategico.
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Dal sostegno all'Ucraina davanti all'invasione russa, al rapporto con la Cina; dall'attenzione per l'Africa, tema che sta particolarmente a cuore a Roma, con il Piano Mattei per lo sviluppo del continente, sul quale c'è "grande condivisione" da parte americana; ai cambiamenti climatici, ai rapporti commerciali, che già ammontano a 100 miliardi di dollari, ma "possono crescere", ha detto Biden. Che tra Stati Uniti e Italia vi sia un "forte legame" fondato su "valori e radici culturali comuni" e una rinnovata intesa strategica è confermato dal corposo 'joint statement', la dichiarazione congiunta, diffusa dopo il bilaterale tra il presidente Usa e la premier. Quattro pagine di documento, quando solitamente alla maggioranza dei leader stranieri viene dedicato un comunicato di poche righe.
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Tra i passaggi del documento, anche i rapporti con Pechino, con i due leader che si impegnano, tra l'altro, a "rafforzare le consultazioni bilaterali e multilaterali sulle opportunità e le sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese". A chi si attendeva da Washington un annuncio sull'uscita dell'Italia dal famoso Memorandum sulla Via della Seta, siglato nel 2019 da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, la premier ha risposto che gli Stati Uniti "si fidano dell'Italia". È una conferma della linea 'soft' scelta dal governo per disimpegnarsi dall'accordo con Pechino, che andrebbbe rinnovato a fine anno. La stessa premier ha annunciato che una delle "prossime missioni" all'estero sarà proprio nella capitale cinese. Sarà in quella sede, molto probabilmente, che il governo annuncerà l'uscita dall'accordo politico, puntando però a mantenere i legami economici e commerciali con la superpotenza asiatica.