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Meloni delude i gufi: salario minimo, Spagna e Zaki, così inchioda la sinistra

Christian Campigli
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Chi sperava in un momento di difficoltà, di tensione all'interno della coalizione o di stanchezza resterà (per l'ennesima volta) deluso. Giorgia Meloni è un autentico fiume in piena. E, durante un'intervista rilasciata a RTL 102.5, svaria tra il voto spagnolo e la riforma del lavoro, i salari e la precarietà. Senza dimenticarsi della liberazione di Zaki.

"Mi fa sorridere la sinistra italiana che si consola con il pareggio della sinistra spagnola che prima era al governo. Mi rendo conto che possono non essere molte le soddisfazioni, ma diciamo che di solito sono altre.Ho letto molte ricostruzioni su questa vicenda del voto spagnolo, e penso non si conosca benissimo il sistema spagnolo. Il risultato di Vox era atteso nell’attuale contesto, si sapeva che avrebbe contratto il numero dei suoi eletti, così come si sapeva che sarebbe cresciuto molto il Partito Popolare. Il dato che esce - ha sottolineato il Premier - è che il centrodestra complessivamente cresce molto in Spagna. Si attesta intorno al 45%, sono più o meno i dati sui quali ci siamo attestati noi, poi lì c’è un sistema elettorale molto particolare, ma c’è stata una crescita fondamentale del centrodestra, come avviene in Italia. Qui è trainata da FdI, in Spagna dal Pp. Vox rispetto alle aspettative tiene. Nessuno esprime una maggioranza e quindi vedremo".

 

L'intervista si sposta poi sul lavoro. "Siccome il tema dei salari mi interessa, e c’è una opposizione che si pone in modo molto responsabile, garbato, serio, penso sia giusto dare dei segnali di confronto, indipendentemente dal fatto che poi troveremo o meno una soluzione". Il leader di Fdi indossa la corazza e passa poi all'attacco, replicando a certe critiche giunte dai soliti trombini progressisti. "Non stiamo rimandando nessuna presa di posizione: hanno chiesto di aprire un confronto, apriamo un confronto. Decidano anche loro però, se vogliono il confronto richiede un attimo di tempo. Se vogliono che decidiamo oggi, decidiamo oggi. Voglio tranquillizzare tutti: non c’è nessuno più di me che si renda conto di quanto c’è in Italia il problema dei salari".

 

Il leader dei conservatori tocca poi un altro argomento fondamentale per lo sviluppo economico del Paese: la precarietà. "Sono un po' incuriosita dall’opposizione che dopo essere stata al governo più o meno una decina d’anni, oggi scopre che in Italia c’è un problema di salari e di precariato, e lo considera una responsabilità di un governo che c’è da nove mesi e non magari delle politiche che sono state fatte negli ultimi anni. Mi stupisce che si scopra questa grande soluzione del salario minimo che non si era scoperta prima". Non poteva mancare, al termine dell'intervista, un accenno al caso del momento. "Sono felice perché il caso di Patrick Zaki si è risolto, per lui e per chi si è battuto per lui. Non c'è stato nessun baratto. Con lo stesso spirito cerchiamo verità e giustizia per Giulio Regeni. Le polemiche non mi interessano, si fanno su qualsiasi cosa".
 

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