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Spagna senza governo e sinistra sconfitta ma Schlein canta vittoria

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Pietro De Leo
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Con le elezioni in Spagna, il Pd tocca lo stadio involutivo della sua abitudine a festeggiare le vittorie altrui. Stavolta, infatti, si esulta per il mancato trionfo dell’amico del nemico. Al lettore girerà la testa? Spieghiamo cosa è accaduto. L’avvicinamento verso il rinnovo del Parlamento di Madrid pareva prefigurare una tendenza già concretizzata in Italia e in Grecia, ossia la sinistra sonoramente sconfitta e il centrodestra lanciato verso il governo. Invece non è accaduto. Il partito socialista di Pedro Sanchez, che era prima forza nell’esecutivo uscente, guadagna due seggi, da 120 a 122 ma comunque la coalizione di sinistra esce sconfitta.

 

Prima forza politica è il Partito Popolare di centrodestra, guidato da Alberto Nunez Feijóo, che guadagna 47 rispetto al 2019 e ne ottiene 136. Ma siccome l’alleato potenziale Vox ne ha perduti 19, fermandosi a 33, anche raggruppando tutte le altre forze minoritarie dell’area non è possibile ottenere la maggioranza assoluta di 176 voti. Ovviamente, neanche la sinistra (sommando i socialisti e la forza radicale Sumar) riesce a raggiungere la quota per poter governare e al momento le ipotesi che circolano sono quelle di ottenere il favore degli indipendentisti, oppure di far partire un governo con qualche astensione strategica dell’opposizione. O ancora tornare alvoto. Il centrosinistra italiano, però, vive la sua meravigliosa astrazione alla realtà. E dalle parti del Pd e soci basta che non abbiano la maggioranza gli omologhi iberici del centrodestra italiano per cantare vittoria.

In particolare, la gioia è per il risultato negativo di Vox, il cui leader Santiago Abascal è in forte sinergia politica con Giorgia Meloni, la quale più volte ha partecipato ad eventi del movimento identitario spagnolo. «I veri sconfitti da un verdetto implacabile- argomenta la segretaria Pd Elly Schlein – sono i nazionalisti di estrema destra di Vox, che perdono quasi la metà dei parlamentari. Cresce molto il Partito Popolare che ottiene i maggiori consensi, ma fallisce nel suo progetto di ottenere la maggioranza con la scomoda alleanza con i nazionalisti di Vox visto il loro flop». E su Facebook aggiunge: «È la dimostrazione che l’onda nera si può fermare quando non si punta ad alimentare le paure ma a risolvere i problemi concreti delle persone: aumentando il salario minimo e limitando i contratti a termine, affrontando sul serio l’emergenza climatica, limitando gli effetti del caro energia e dell’inflazione sulle imprese e sulle fasce più povere. #Adelante!».

 

Il deputato dem Stefano Vaccari, invece, twitta: «Grazie e bravi a Pedro Sanchez e al Psoe. I dati sono chiari a dispetto della faziosità della destra italiana. In Spagna è stata respinta, con la chiarezza delle idee e la radicalità, l’involuzione nazionalista e antieuropeista dell’estrema destra cara alla Presidente Meloni. Punto». Sulla stessa linea anche gli alleati del Pd. «Il sostegno di Giorgia Meloni –scrive il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli- non ha portato bene a Vox, che perde 19 seggi». Insomma, è quasi colpa della premier italiana se il partito di Abascal perde voti. L’importante è ritrovarsi sulla "non vittoria" degli amici degli avversari, basta trovare un pretesto purché sia. Per la costruzione di un’alternativa, concreta, al centrodestra che governa l’Italia, invece, c’è sempre tempo. 

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