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Riforma della giustizia, Stefano Bonaccini critica la sinistra

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Stefano Bonaccini attacca la sinistra sul tema della giustizia. Il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini alla Festa dell’Unità di Roma, entrando nel dibattito sulle celebrazioni di via D’Amelio, evidenzia: «Noto che la presidente del Consiglio ha preso le distanze da dichiarazioni del ministro Nordio abbastanza surreali. Tirare fuori in questo momento il concorso esterno non mi sembra la priorità. Penso l’uscita abbia messo in difficoltà anche la maggioranza. Poi la lotta alla mafia si vede in particolare sui provvedimenti che si prendono. Non vorrei che il fatto che Meloni non si sia presentata in pubblico fosse il segno di un po' di imbarazzo».

 

 

 

Inoltre afferma: «Ogni volta che la destra va al governo sembra abbia un conto da regolare con la magistratura, questo non fa bene al Paese. Lo dico da garantista convinto. Mi è capitato di essere indagato in una vicenda molto piccola su un chiosco quando ero assessore a Modena. Avrei potuto essere prescritto ma ho voluto il processo perché non volevo che nessuno pensasse minimamente avessi commesso un reato. Però ho sofferto molto per l’esposizione pubblica. La sinistra avrebbe dovuto riformare la giustizia tanto tempo fa. Ci siamo occupati troppo di Berlusconi e meno del berlusconismo. Poi, nel merito: ad esempio la stretta sulle intercettazioni serve per evitare che sui giornali finiscano contenuti che nulla hanno a che fare con i fini processuali». Sull’abolizione dell’abuso d’ufficio poi dice: «Molti sindaci non hanno chiesto l’abolizione. Si è chiesto invece di rivedere il reato perché a volte viene trattato come strumento per materie che non vi rientrerebbero. Mi pare in generale che le misure del ministro Nordio non risolvano davvero i problemi della giustizia italiana che tengono a distanza gli investitori stranieri».

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